opA chiedere strategia a lungo termine e interventi concreti per mettere in pratica la transizione ecologica, questa volta, sono i concessionari. L’associazione europea di settore, la AECDR (Alliance of European Car Dealers and Repairers), attraverso la pubblicazione di un documento – ripreso in un comunicato stampa congiunto con Federauto – ha messo nero su bianco la propria posizione rispetto al pacchetto sul clima approvato dall’UE, il “Fit for 55”, che prevedrebbe la riduzione del 55% delle emissioni di gas serra entro la fine del decennio.

Secondo l’associazione, infatti, il processo di transizione ecologica non può affermarsi se a tutte le promesse e proposte non si accompagnano anche delle azioni rapide e più concrete: prima fra tutte, rivedere l’estensione – nell’ordine di raddoppiarne il numero – delle infrastrutture di ricarica pubbliche europee, che con l’obiettivo di 3,5 milioni di punti entro il 2030, “non è sufficiente a sostenere le dimensioni previste del parco di veicoli elettrici (BEV e PHEV)”, spiega il documento.

Raddoppiare il numero di infrastrutture, però, non basterebbe comunque a garantire un utilizzo omogeneo, a livello europeo, dei mezzi a batterie: l’AECDR sostiene che bisognerebbe agire anche estendendo la capacità di ricarica ad alta potenza, rivedendo quindi i requisiti nazionali per l’installazione.

Omogeneità ma anche equità: nella relazione è emersa anche la necessità di stabilire, a livello comunitario, un sistema di incentivi in grado di aiutare tanto i privati quanto le aziende a virare verso la mobilità elettrica. Non in tutti i paesi europei, infatti, prevedono gli stessi bonus per l’acquisto di auto a batteria: se in Svezia questi possono arrivare fino a 6 mila euro, sia per elettriche che per le ibride, in Portogallo, per esempio, si arriva a 3 mila euro per le prime, 6 mila se si tratta di furgoni; in Italia, invece, per un modello di fascia di emissioni tra 0 e 20 g/km si possono ottenere fino a 5 mila euro, ma rottamando anche la vecchia auto.

Le misure proposte aiuterebbero a evitare le differenze di presenza delle auto elettrificate ed elettriche nei mercati nazionali. Secondo il documento, infatti, in Italia e Spagna, “la penetrazione del mercato di BEV + PHEV nel 2021 è stata inferiore al 10% per le autovetture e al 2% per i veicoli commerciali leggeri mentre paesi come Svezia o Danimarca sono già ben al di sopra del 30% per le auto e al 5% per i veicoli commerciali leggeri”.

Infine l’associazione dei concessionari europei pone l’accento sulla necessità di passare per una decarbonizzazione dei trasporti studiando approfonditamente anche altre tecnologie: biofuel, idrogeno, biometano, per esempio, possono essere valide alternative – sia alle motorizzazioni tradizionali che a quelle elettrificate – soprattutto nel caso di mezzi pesanti e, in generale, per i trasporti a lungo raggio.

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