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Ultimo aggiornamento: 16:46 del 27 Maggio 2022

Suicidio assistito, Fabio Ridolfi diffida l’azienda sanitaria delle Marche: “Non ha indicato il farmaco da usare. Ho fretta di morire”

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“Fabio ha fretta di morire“. Questo è il messaggio che scrive dalla sua stanza, con gli occhi, Fabio Ridolfi, 46enne di Fermignano, immobilizzato a letto dal 2004 a causa di una tetraparesi, conseguenza di un’emorragia cerebrale improvvisa una domenica sera a casa dei suoi genitori, 5 giorni prima di compiere 28 anni. Ridolfi ha diffidato l’Asur, l’Azienda Sanitaria Unica Regionale delle Marche a effettuare “in tempi brevissimi” le dovute verifiche sul farmaco da utilizzare per il suicidio assistito. Fabio ha infatti avuto il parere favorevole del Comitato Etico Regione Marche sulle condizioni previste dalla sentenza della Corte Costituzionale Cappao-dj Fabo per procedere all’aiuto al suicidio, ma senza indicazioni sul farmaco. Indicazioni che invece sono presenti nella diffida, spiega l’associazione Coscioni, che assiste Fabio.

Il parere era arrivato all’indomani di un appello pubblico di Ridolfi dopo essere stato bloccato per 40 giorni dalla Asur. Anche il via libera ottenuto da ‘Mario’, nome di fantasia, 43enne tetraplegico marchigiano, conteneva la stessa mancanza. Così, per rendere più celere la procedura di verifica, il collegio difensivo di Fabio Ridolfi, coordinato dall’avvocato Filomena Gallo, segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, ha nuovamente allegato anche la relazione del consulente medico dr. Mario Riccio, relativamente al tipo farmaco individuato, le quantità e le modalità di somministrazione, con la specifica indicazione dell’idoneità, dell’aspetto farmacologico e della valutazione della correttezza della procedura relativamente al caso specifico del paziente.

Gallo ricorda i “40 giorni di inaccettabile ritardo nel comunicare a Fabio Ridolfi il parere del Comitato Etico sulla sussistenza delle condizioni necessarie per poter procedere con l’aiuto medico alla morte volontaria” e accusa Asur Marche di continuare a “essere inadempiente”. “È urgente che il Sistema Sanitario completi il parere con le informazioni sul farmaco e le relative modalità di somministrazione – continua – Come per ‘Mario’, anche in questo caso il nuovo impasse è sul farmaco, anche se i passaggi ora dovrebbero essere chiari. Fabio ha detto di aver fretta di morire. Ogni giorno che passa per lui è un giorno di sofferenza in più. Fabio ha diritto ad una risposta immediata”.

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