Stop al facile accesso da parte dei bambini ai social, più tutele e maggior controllo sui profitti che generano i baby influencer. In più i minori potranno chiedere la rimozione delle immagini postate da mamma o papà in rete. Sono solo alcune delle iniziative presentate dal tavolo tecnico sulla tutela dei diritti dei minori presieduto dalla sottosegretaria M5s alla Giustizia Anna Macina. Una stretta urgente e necessaria a fronte dei dati pubblicati nella relazione illustrata alla ministra Marta Cartabia: sono aumentati del 250% negli ultimi 5 anni i minori che commettono reati on line, anche di particolare gravità, come la pedopornografia. Un fenomeno a cui ha contribuito la pandemia, che ha fatto crescere a dismisura il tempo di connessione alla rete di ragazzi e bambini, spesso senza controllo da parte dei genitori. Nello stesso arco temporale sono saliti del 130% i casi di pedofilia e si è abbassata l’età dell’adescamento e dei consumatori di pornografia on line.

Il tavolo tecnico ha lavorato per oltre un anno con la partecipazione di tre authority che hanno competenze specifiche sui fenomeni legati all’utilizzo del digitale da parte dei minori: Agcom, Privacy, Infanzia e adolescenza. Nel corso di questi mesi sono stati ascoltati accademici, associazioni, altri enti istituzionali e anche le stesse piattaforme. A gennaio scorso sono stati convocati al ministero Google (anche per Youtube), Facebook (anche per Instagram), TikTok.

Un percorso fatto in sinergia che ha portato ad un primo risultato che presto si tradurrà in legge. La prima proposta concreta è quella di impedire ai bambini di entrare nel mondo dei social barando sull’età anagrafica: ci sarà, infatti, un nuovo sistema per la age verification basato sulla certificazione dell’identità ma da parte di terzi (per il pieno rispetto della privacy). Ispirandosi ad una legge francese da poco approvata, sono state proposte una serie di normative che prevedono tutele e controllo sui profitti che generano i bambini online e il diritto all’oblio per i minori che chiedono di rimuovere i contenuti. A rivoluzionare la consuetudine dei genitori di postare online le immagini dei loro figli, arriva la possibilità per i bambini di far rimuovere le fotografie. Infine ci sarà la non validità dei contratti di servizio firmati con i fornitori dei servizi digitali da parte di minori di sedici anni.

“L’accesso alla rete – ha spiegato Macina – è un diritto che dobbiamo garantire ai minori, fa parte della costruzione della loro identità, anche digitale. Accade però che bambini anche molto piccoli entrino in contatto con ambienti digitali potenzialmente a rischio e dei quali non riescono a percepire il pericolo. Parliamo di bambini che hanno ancora bisogno dei genitori per attraversare la strada, vanno accompagnati e presi per mano anche mentre esplorano la rete. La normativa, non solo nel nostro Paese, è indietro perché la tecnologia corre molto veloce, dobbiamo riuscire a stare al passo”. Accanto a questi provvedimenti il ministero intende dare avvio ad una campagna di comunicazione (per minori e adulti) da pubblicare sulle stesse piattaforme, con periodicità fissata insieme alle autorità in regime di co-regolamentazione.

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