Il governo spagnolo ha destituito la direttrice dell’agenzia di intelligence Cni (Centro Nacional de Inteligencia), Paz Esteban a seguito di due casi distinti di spionaggio di cellulari di politici. Lo riportano i media spagnoli e l’annuncio ufficiale del governo è atteso per oggi. La decisione arriva dopo che Esteban la scorsa settimana, parlando a porte chiuse in una commissione del Parlamento spagnolo, ha ammesso che la sua agenzia aveva violato legalmente i telefoni di sette separatisti catalani a seguito di autorizzazione giudiziaria. L’agenzia, inoltre, è nel mirino anche per le recenti rivelazioni da parte del governo da cui è risultato che i cellulari del primo ministro Pedro Sanchez e del ministro della Difesa erano stati ‘infettati’ con lo spyware Pegasus da una potenza “straniera”. Sul quotidiano El Mundo si legge inoltre che il governo ha provveduto al licenziamento dopo aver ottenuto e letto il rapporto del National Cryptologic Center (CCN), allegato al CNI, che certificava come la violazione della sicurezza non si limitasse solo allo spionaggio di telefoni cellulari di Pedro Sánchez e del ministro Margarita Robles, ma di più ministri. Esteban, 64 anni, a luglio del 2019 era diventata la prima donna a guidare la Cni: inizialmente il suo incarico era ad interim, ma poi la nomina era stata resa permanente a febbraio del 2020. Pegasus è un software spia venduto dall’azienda israeliana NSO Group. Può essere acquistato solo da istituzioni governative come eserciti, servizi d’intelligence, forze di sicurezza dello Stato.

Lo scorso 2 maggio, nel corso di una conferenza stampa organizzata d’urgenza, il ministro della Presidenza, Félix Bolaños, aveva annunciato che i telefoni istituzionali del presidente del governo, Pedro Sánchez, e della ministra della Difesa, Margarita Robles, erano stati infettati dal malware. Non è la prima volta che succede: il cellulare del presidente è stato attaccato due volte a maggio e a giugno 2021, mentre quello della ministra una volta a giugno dello stesso anno. Bolaños aveva precisato che si trattava di un attacco “esterno” ed “estraneo” agli organismi statali nazionali. “Ne abbiamo l’assoluta certezza perché in Spagna questo tipo di interventi possono essere giustificati solo per prevenire o perseguire dei delitti. Quando si presenta una di queste due condizioni è possibile richiedere l’autorizzazione giudiziaria a un magistrato che decide se dare il permesso o no. In questo caso non si sono verificate queste circostanze e non è stato attivato alcun meccanismo giudiziario”, aveva spiegato il ministro. Il Governo in un primo momento aveva escluso che simili attacchi provenissero da organismi statali, incluso appunto il Centro Nazionale d’Intelligence (CNI): quest’ultimo è l’unico a possedere il programma israeliano.

Il predecessore di Esteban aveva ricevuto critiche per non aver fermato nel 2017 i preparativi dei separatisti catalani per un referendum sull’indipendenza ritenuto illegale dai più alti tribunali spagnoli. Il presunto spionaggio telefonico di oltre 60 politici, avvocati e attivisti catalani è stato denunciato il mese scorso in un rapporto del gruppo canadese per i diritti digitali Citizen Lab. L’elenco dei telefoni che sarebbero stati infettati dallo spyware Pegasus, che la società israeliana Nso afferma di vendere solo ad agenzie governative, include l’attuale capo regionale del nord-est della Catalogna. Il rapporto di Citizen Lab affermava che lo spionaggio dei telefoni era iniziato alla fine del 2019, con Esteban a capo del Cni. La coalizione di sinistra di minoranza di Sanchez in Parlamento ha spesso dovuto fare affidamento sui voti dei partiti separatisti catalani, che hanno minacciato di ritirare il loro sostegno se il governo non si fosse assunto la responsabilità dello scandalo. La ministra Robles, il cui telefono è stato spiato da parte di sconosciuti nell’ambito di un caso separato, ha difeso il fatto di prendere di mira politici catalani per il loro coinvolgimento nel tentativo di secessione della Catalogna di cinque anni fa.

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