C’è una nuova stirpe di scrittori spirituali che anima il fermento sotterraneo della cultura italiana: sono ricercatori spirituali senza dogmi, custodi di una sapienza antica senza essere schiavi della Tradizione, elegantissimi proprio perché refrattari a ogni moda, in grado di cogliere il senso del Tempo proprio perché fieramente inattuali.

Come gemelli distanti ma legati da un potentissimo vincolo invisibile, come sciamani en travesti infiltrati nella letteratura e nel giornalismo, spargono semi di conoscenza, frammenti di illuminazioni, orientamenti iniziatici. E lo fanno in libri rari, brevissimi, stampati in pochissime copie, come perle gnostiche lanciate nel fango della volgarità dominante.

Del primo già vi ho parlato nel post precedente: Giorgiomaria Cornelio, giovane e prodigiosa mente proteiforme, che, assieme a Giuditta Chiaraluce, ha dato vita alle Edizioni Volatili: in questo ardito e ammirevole progetto editoriale, ogni libro è “un’arca”, illustrata dalle mappe disegnate da Chiaraluce, stampato in 50 copie, un oggetto d’arte che contiene parole folgoranti ed essenziali. Ad esempio, una delle loro ultime uscite, Il Crisomallo di Alessandro Mazzi (intellettuale che concilia in sé la lucidità del saggista e l’immaginazione visionaria dell’artista veggente), è un potente esempio di saggio poetico, sulle tracce del mundus imaginalis descritto da Henry Corbin.

Ecco un esempio luminoso della prosa vertiginosa di Mazzi, in cui si evocano, in poche righe, i Mani benedetti di William Blake e Pavel Florenskij: “Il realizzarsi del puro sacro, che chiamo ierasi, diviene immaginale nella misura in cui le porte della percezione sono spalancate all’eterno ineffabile. Chiamiamo tempo l’interstizio della visione che rifulge tra i cardini delle porte regali”. Difficile trovare parole così ispirate e potenti. Forse, solo solo nell’antico invito al dionisismo panico lanciato anni fa da Richard Benson: “Galateo animale! Facciamo un delirio!”; una citazione che non avrebbe sfigurato accanto a quelle di Timothy Morton, Lao-Tzu e James Hillman, in calce a Opera animale di Andrea Cafarella, sempre per le Edizioni Volatili.

Cafarella, saggista dalla scrittura ipnotica e suadente come un sardanapalo infernale, aveva già pubblicato uno scritto breve e fulminante, in formato simile, ovvero Il simbolo tace, per DITO Publishing, nelle cui scarne quanto dense pagine sembrava ridestarsi lo spirito nobile di Elémire Zolla. In Opera animale, invece, ci offre i suoi “appunti sul teriantropismo e sulla metamorfosi”, temi da lui già affrontati nella sezione Teriantropica del blog di Altri Animali. Anche in questo caso vi dono un sorso della saggezza eretica dell’autore: ciò che viene delineato nel testo “è un percorso, e come tale va rispettato in ogni sua parte, poiché è sacro, è la vita stessa, la ricerca di Sé, e il sé è nel mondo, è in ogni cosa esistente e inesistente. In ogni momento del percorso è racchiuso l’intero cammino”.

Concludiamo con il libro più significativo e importante degli ultimi anni, forse anche perché può bearsi della distintiva peculiarità di non esistere affatto. Non è una battuta: in realtà, è tutto più affascinante e complesso. Sto parlando de Il libro azzurro, un testo dal quale le omonime pagine Facebook e Instagram regalano estratti illuminanti, svelando al lettore un reticolo oscuro e stordente di riferimenti. Un volume da consultare come un oracolo, attribuito leggendariamente al sapiente Rabbi Achiba, colui che mostrò al mondo il valore sapienziale del Cantico dei Cantici, e, soprattutto, tratto ineludibile nella sua unicità, un libro che, appunto…non esiste. Non esiste, ma viene citato continuamente, in un altro libro, Lo splendore (anch’esso inesorabilmente opera in progress). Anche Lo splendore è scritto dal medesimo (non) autore, il geniale Pier Paolo Di Mino, le cui pagine sono ben più che impreziosite dalle fondamentali illustrazioni di Veronica Leffe.

Esercizio borgesiano o parodia intellettuale? Gioco di scatole cinesi letterarie o complessa allegoria iniziatica? Se non ci avete capito nulla, meglio così: avrò il piacere di parlarne con gli autori giovedì 28 aprile a Roma, da Mr. Ibis, a via Luigi Filippo De Magistris, 91/93. E potrete finalmente acquistare il primo frammento di quello che si annuncia come un mosaico spettacolarmente paradossale di arte, sapienza e ricerca interiore.

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