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Ultimo aggiornamento: 14:30 del 22 Aprile 2022

Letta: “È ai limiti dell’irresponsabile far entrare Ucraina in Ue nel 2036. Non possiamo permetterci di prenderla in giro in questo modo”

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“Stiamo sbagliando a fare delle promesse ai Paesi candidati a entrare nella Ue, Ucraina in testa, senza mettere in campo delle conseguenze concrete e serie rispetto a quelle promesse. Se applichiamo le regole esistenti, saluteremo l’ingresso dell’Ucraina nella Ue nel 2036. In questo momento, non possiamo permetterci di prendere in giro in questo modo una comunità di persone che sta morendo sotto le bombe. Questa retorica è insopportabile“. Sono le parole pronunciate nel corso del convegno “Verso un’Unione per la difesa” dal segretario Pd, Enrico Letta, che aggiunge: “Con quello che sta accadendo oggi, è per caso credibile e ragionevole che le promesse che tutti i leader europei stanno facendo al popolo ucraino si possano concretizzare nel 2036? Io penso che sia ai limiti dell’irresponsabile mettere in campo una strategia di questo genere”.

Letta propone la creazione di una “confederazione europea che sia al di sopra dell’Unione e che sia il luogo in cui diamo titolarità a quei Paesi candidati a entrare dentro la famiglia europea”, dall’Ucraina alla Moldavia.
E spiega: “Fu sbagliato nel 1990-1991, quando ai Paesi dell’Europa centro-orientale si promise un allargamento fatto di rapporti bilaterali tra il singolo Paese e Bruxelles, che in alcuni casi arrivò dopo 14 anni, in altri dopo 17 anni e addirittura 23 anni. È evidente che ci sia stato un effetto frustrazione, che oggi sta dando i suoi frutti negativi. Il rapporto complicato con la Polonia e l’Ungheria è anche figlio di quei fossati che si sono creati e che non possiamo permetterci”.

Il segretario dem puntualizza: “Se come europei non prenderemo un’iniziativa positiva nei confronti di quei Paesi che vogliono entrare nella Ue, nascerà e si rafforzerà in quegli stessi Paesi un sentimento filoamericano in contrapposizione a quello filoeuropeo. Noi europei, cioè, saremo considerati sostanzialmente avari e non generosi, al contrario degli americani. Ecco perché serve la confederazione larga, mantenendo il percorso per l’Ue. Questo è il momento del coraggio”.

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