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Marine Le Pen e il padre Jean-Marie accusati di frodi nei rimborsi pubblici durante il loro mandato a Bruxelles: il report dell’antifrode

L'agenzia antifrode dell’Ue (Olaf) ha presentato al procuratore di Parigi un rapporto che accusa i due politici di estrema destra (e altri membri del loro partito) di essersi appropriati in tutto di 617mila euro. Il documento è stato divulgato dal sito Mediapart pochi giorni prima del ballottaggio tra Marine e il presidente uscente Emmanuel Macron. Lei: "Sono abituata ai colpi bassi, ma i francesi non si faranno assolutamente imbrogliare"
Marine Le Pen e il padre Jean-Marie accusati di frodi nei rimborsi pubblici durante il loro mandato a Bruxelles: il report dell’antifrode
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L’agenzia antifrode dell’Ue (Olaf) ha presentato al procuratore di Parigi un rapporto che accusa Marine Le Pen – la candidata all’Eliseo del Rassemblement National – e altri membri del suo partito di essersi appropriati di fondi pubblici durante il mandato da europarlamentari (Marine Le Pen lo è stata dal 2004 al 2017). Il documento è stato divulgato dal sito Mediapart pochi giorni prima del ballottaggio tra Le Pen e il presidente uscente Emmanuel Macron, in pogramma per il 24 aprile. L’ufficio del procuratore ha fatto sapere che il dossier è “in corso di analisi“: nessuna indagine formale è stata ancora aperta e non sono stati comunicati ulteriori dettagli. L’avvocato del Rassemblement National, Rodolphe Bosselut, ha negato ogni irregolarità e accusato Mediapart di aver pubblicato di proposito la notizia alla vigilia del voto, poiché il rapporto era stato presentato da Olaf l’11 marzo.

L’agenzia antifrode accusa Le Pen, il padre Jean-Marie e altri membri del partito che hanno prestato servizio al Parlamento europeo di essersi appropriati in tutto di 617mila euro di rimborsi pubblici giustificandoli in modo fittizio e utilizzandoli a vantaggio delle aziende vicine al partito. In particolare, a Marine è contestata la somma di 137mila euro, a Jean-Marie più di 303mila. L’Olaf ha chiesto di ottenere il rimborso dei fondi e l’incriminazione dei politici per frode e appropriazione indebita, parlando di “gravi violazioni” e di un “comportamento inappropriato” che “mette in pericolo la reputazione delle istituzioni dell’Unione”.

Marine Le Pen era già stata coinvolta, nel 2018, in un’indagine della stessa agenzia che accusava i membri del Rassemblement National di utilizzare per l’attività politica del partito assistenti a libro paga del Parlamento europeo. La sfidante di Macron ha fatto sapere di volersi riservare il diritto di intraprendere azioni legali contro ex collaboratori che si siano appropriati dei fondi senza che lei ne fosse a conoscenza: “Sono abituata ai colpi bassi dell’Unione Europea a pochi giorni dal secondo turno ma i francesi non si faranno assolutamente imbrogliare: è chiaro che contesto queste accuse, ma si pone un problema in termini di Stato di diritto“, ha detto incontrando la stampa durante la campagna elettorale nel dipartimento del Calvados.

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