Dal 18 febbraio il Dipartimento di Architettura, design e urbanistica dell’Università di Sassari ha un nuovo ricercatore in Topografia antica. La Commissione d’esame, scelta con decreto del magnifico rettore Gavino Mariotti, ha individuato un architetto come vincitore della procedura di valutazione comparativa. Ma sul concorso ha avanzato dei dubbi uno dei quattro candidati, Paolo Storchi. Che – a differenza del vincitore – è proprio un topografo antico, ma è anche l’unico a non aver conseguito nemmeno l’idoneità per il posto. A suo parere un’ingiustizia, addirittura premeditata, al punto da inviare già il 13 gennaio – il giorno precedente la prova orale – una pec all’associazione “Trasparenza e merito” prevedendo il nome del vincitore. Una (s)fortunata casualità? La relazione riassuntiva della commissione scrive tra l’altro che “i lavori (del candidato vincitore, ndr) sottoposti a giudizio si fanno apprezzare per originalità, sicurezza di metodo, padronanza della bibliografia, capacità critica, approccio multidisciplinare, integrazione dei dati archeologici, topografici, storici, paesaggistici e territoriali, anche nella prospettiva della tutela e della valorizzazione del Patrimonio e della comunicazione culturale”. Ora, spiega l’università di Sassari, “l’amministrazione sta rianalizzando l’intera procedura nel metodo, ferma restando l’autonomia della Commissione che giudica nel merito”.

Sulla vicenda la senatrice del gruppo misto Margherita Corrado – di professione archeologa – ha presentato una interrogazione alla ministra dell’Università Maria Cristina Messa. “In questo caso – afferma la senatrice – i criteri valutativi sono stati disegnati così puntualmente sul predestinato e non sulla materia oggetto di concorso che Storchi, nonostante l’abilitazione ministeriale per professore associato di topografia antica, laurea triennale in topografia antica, laurea specialistica in topografia antica, un master, specializzazione in archeologia classica con tesi in archeologia del paesaggio, dottorato europeo in topografia antica, perfezionamento presso la Scuola archeologica italiana di Atene su temi topografici, e attualmente professore a contratto di archeologia del paesaggio all’Università di Bologna, nonché autore di una monografia corposa quanto innovativa, oltre che di 33 pubblicazioni scientifiche edite frequentemente in riviste di fascia A o internazionali, non è risultato neppure idoneo”. Il vincitore, rileva, “è invece un architetto che non ha conseguito l’abilitazione nazionale, ha una monografia modesta e relativamente poche pubblicazioni, in gran parte scritte con altri autori”. “Tra gli idonei – aggiunge ancora Corrado – c’è persino uno studioso formatosi in preistoria/protostoria, senza abilitazione, con relativamente poche pubblicazioni e addirittura senza monografia”.

Tra i quattro candidati solo due sono in possesso dell’Abilitazione scientifica nazionale, uno dei quali è Storchi appunto. Non è un requisito necessario per il concorso da ricercatore, a differenza di quanto avvenga per le selezioni per Professore associato di I e II fascia, ma non ha evidentemente avuto alcuna rilevanza. Eppure il topografo antico dovrebbe basare il suo metodo, come hanno insegnato i maestri della disciplina, anche su una solida preparazione storica, sulla consapevole considerazione delle fonti letterarie ed epigrafiche antiche, su una analisi critica della storia degli studi. Insomma sugli strumenti e tecniche archeologiche. Che evidentemente anche una laurea in Lettere può fornire più che non una in Architettura.

L’associazione Trasparenza e Merito, interpellata da ilfattoquotidiano.it, ha detto di “indignarsi davanti a commissioni che agiscono con eccessiva discrezionalità e che, in questo caso, pare abbiano favorito un profilo di candidato non perfettamente congruo al settore messo a bando. Quello che noi chiediamo al ministero è una azione di controllo in questa fase, in modo da agire sul piano dell’etica pubblica e del rispetto delle regole, perché non si può demandare tutto all’azione giudiziaria, ne va della credibilità del sistema universitario e dell’intero Paese”.

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