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Sanremo 2022, Checco Zalone super ospite del Festival: la sua amicizia con Amadeus e tutti i tentativi falliti di portarlo all’Ariston

Cosa combinerà sul palco dell'Ariston? E' tempo di sorprese

di Giuseppe Candela

Talentuoso, dissacrante, politicamente scorretto: Checco Zalone. L’attore e regista pugliese ha detto sì a “Sanremo 2022“, per la prima volta sul palco dell’Ariston da superospite. “Amadeus, hai finito di pagare il mutuo sulla casa? Hai comprato una casa a tuo figlio? Poi non lavorerai più al massimo Telelombardia”, aveva ironizzato nel servizio del Tg1 che aveva documentato la firma del contratto. Un rapporto tra il comico e il conduttore del Festival nato anni fa, precisamente nel 2007, quando Checco lo affiancò alla conduzione di “Canta e vinci“, game musicale di Italia 1.

Luca Medici, questo il suo vero nome, è da sempre poco incline alla tv. Pioggia di no a ospitate e show, anche in promozione. Una apparizione a “Viva RaiPlay” di Fiorello, un passaggio di lancio a “Che tempo che fa“, una gag ad “Amici di Maria De Filippi”. Il tutto spalmato in molti anni. Amadeus ha strappato il suo sì, portandolo in Riviera dove in tanti lo avevano inutilmente corteggiato. Nel 2019 il suo nome era stato accostato alla kermesse, con la direzione artistica di Claudio Baglioni, quando fu Claudio Bisio a lanciare il sassolino, favorendo il chiacchiericcio. “Non c’è mai stata nessuna trattativa e nemmeno l’intenzione da parte di Checco di partecipare al Festival. È una fake news”, fece sapere il produttore Pietro Valsecchi all’agenzia Ansa. “Io superospite? Sono balle. Sarò in Kenya, come faccio a tornare? E poi non ho il coraggio di andare all’Ariston, è un palco difficilissimo“, dichiarò lo stesso Zalone a I Lunatici su Radio 2.

Tentativi per portarlo all’Ariston erano stati fatti in precedenza anche da Carlo Conti, alla guida del Festival dal 2015 al 2017. “L’ospitata è strapagata ma sono soldi pubblici. E se li prendi scoppiano le polemiche. Ti massacrano”, dichiarò in un’intervista rilasciata nel 2016 a Vittorio Zincone per il Corriere della sera. Una carriera nata a Telenorba con l’imitazione di un cantante neomelodico pugliese, un personaggio-parodia che favorisce il primo grande passo verso “Zelig” nel 2005. Siamo alla vigilia della sua esplosione: imitazioni, gag, brani ad hoc portano Zalone al centro della scena. Mentre l’Italia festeggia la vittoria del Mondiale nel 2006 balza in testa alle classifiche con “Siamo una squadra fortissimi“. Nel 2009 “Cado dalle nubi” segna il suo debutto al cinema, sul grande schermo due anni dopo è il turno di “Che bella giornata“, nell’ottobre 2013 il terzo film “Sole a catinelle”. Il comico porta milioni di spettatori al cinema, riempie le sale, vince il biglietto d’oro e supera gli incassi italiani ottenuti da Titanic.

Un fenomeno che si ripete nel 2016 quando è il turno di “Quo Vado“: film italiano di maggior successo nella storia del nostro cinema. Quattro anni fa la sua ultima pellicola “Tolo Tolo” che porta a casa il Globo d’oro come miglior commedia, il David di Donatello come migliore canzone originale per il brano Immigrato, il David dello spettatore e una nomination per Zalone come miglior regista esordiente. Un guizzo e un talento che in pandemia ha rispolverato per un brano diventato cult in pochi giorni: “La vacinada“. Il suo ultimo tormentone in spagnolo maccheronico in coppia con il premio Oscar Hellen Mirren, un modo per ironizzare su paure e speranze legate al vaccino. Sul tema un anno prima si era già esercitato con “Arriverà l’immunità di gregge“. Cosa combinerà sul palco dell’Ariston? E’ tempo di sorprese.

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