Se il Mattarella bis deve rimediare all’inettitudine della politica italiana degli ultimi anni, non si è ancora capito che funzione abbia l’Amadeus tris. Detto ciò, eccoci qui a Sanremo 72 con il teatro Ariston pieno, come ha sempre voluto il direttore artistico, in barba a tutti gli artisti che stanno rimandando o annullando concerti per via della capienza ancora ridotta di tanti palazzetti e teatri in giro per l’Italia. Ma ormai si sa, Sanremo è Sanremo e voi non siete un cazzo.

Primo cantante della serata Achille Lauro, che sale sul palco a petto nudo e mentre lo guardo continuo a chiedermi perché uno che l’anno precedente è stato super ospite per cinque serate, quest’anno debba partecipare in gara. Ma vabbè. Il pezzo è godibile, il finale con lui che si battezza in eurovisione un po’ meno, soprattutto perché quando si tratta di Lauro, ormai si ha un po’ l’impressione di aver già visto tutto. Comunque, Achille te se ama!

E se Lauro non stupisce, lo stesso non si può dire di Gianni Morandi, re dei social più dei Ferragnez, che sale sul palco e canta un pezzo scritto per lui da Jovanotti. Immediatamente ci si rende conto che certi artisti sono considerati mostri sacri non a caso. Appena comincia a cantare, io non riesco a star ferma sul divano e già so che quest’estate si ballerà Morandi su tutte le spiagge d’Italia. Stessa sorte toccherà alla Rappresentante di Lista e la loro Ciao Ciao, pezzo dannatamente orecchiabile con balletto annesso. Un tormentone assicurato.

Ecco che arriva il momento di Fiorello, che irrompe in sala in stile Matrix e scalda il pubblico con un medley di canzoni tristissime cantate a ritmo di samba dando prova ancora una volta, semmai ce ne fosse bisogno, delle sue grandi capacità di intrattenitore. “Sono la vostra terza dose” dice al pubblico e subito parte un monologo sul numero spropositato di tamponi a Sanremo e su quanto Amadeus gli abbia sfracassato i maroni per convincerlo a partecipare nuovamente al Festival.

Menzione speciale per la co conduttrice di stasera, Ornella Muti. Nei momenti in cui non si rimane accecati dal bianco della sua dentatura Hollywood style, ci appare in tutta la sua notevole bellezza. Ma la consistenza scenica è pressoché inesistente e la signora appare esageratamente impacciata e confusa. Ancor più nell’intervista che Amadeus ha confezionato per lei, in cui curiosamente non si parla d’altro che di tutti gli uomini famosi con cui ha lavorato. Evidentemente le sue doti d’attrice consumata non sono state in grado di aiutarla a portare avanti un copione dal registro espressivo così complesso.

Ma a ridare vigore alla serata ci pensano i Maneskin, ospiti d’onore di questa prima serata, che ancora una volta scuotono il teatro Ariston con la loro Zitti e Buoni, tornando proprio lì dove tutto è iniziato e celebrando la loro incredibile scalata mondiale avvenuta in soli undici mesi. Questi quattro ragazzi romani sono la dimostrazione vivente che il fattore X non è solo il nome di un talent show, ma un dono di fronte al quale non si può rimanere indifferenti, quel talento che ti porta inevitabilmente sul tetto del mondo. Dopo i Maneskin, l’Italia ha cominciato a vincere tutto, come se aspettasse solo quella spinta forte ed energica per trionfare, persino nella Coppa del Mondo di pasticceria. Spettacolo puro.

Mi dispiace tantissimo parlar male di Massimo Ranieri e infatti cercherò di non essere troppo cattiva, ma la sua esibizione non ci ha restituito nemmeno lontanamente il grande artista che è. Il pezzo in gara è un classicone della musica italiana, ma vocalmente al limite dell’umano. Duole ammettere che forse dieci anni fa Massimo lo avrebbe interpretato come meritava, ma stasera seppur con grande eleganza e garbo la sua voce non è arrivata laddove doveva. Tuttavia io non demordo e voglio concedergli una seconda occasione. Forza Massimo!

Mahmood e Blanco sono i favoriti di questa edizione. Devo ammettere che hanno un pezzo molto valido e le loro voci formano una combo davvero… da brividi. Vedremo, manca pur sempre la Zanicchi!

Prezioso e necessario il ricordo di Franco Battiato, sulle note di una delle canzoni d’amore più belle mai scritte: la Cura. Menzione d’onore per l’unica vera star del Festival, sin dalle prime capesante sulle tette: Orietta Berti, in collegamento da una delle navi della flotta Costa Crociere, insieme a Fabio Rovazzi (?). Lei, della quale ormai attendiamo l’outfit più delle ferie ad agosto, è la sola in grado di stupirci più di tutta la galleria di quadri di Achille Lauro messi insieme. Meno male che Orietta c’è.

Questa prima serata del Festival Amadeus Ter si conclude incredibilmente intorno all’una e dieci, una delle serate più corte nella storia di Sanremo. Ciò mi ha colto talmente di sorpresa che mi metterò a guardare Via col Vento per occupare degnamente il tempo rimasto. Dopotutto, domani è un altro giorno!

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Sanremo 2022, la classifica della prima serata: Mahmood e Blanco primi, Lauro nono. Damiano dei Maneskin scoppia in lacrime. Amadeus scende tra il pubblico: “Da vicino, il naso è ancora più grosso”

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Sanremo 2022, le pagelle televisive della prima serata: la regia è deludente. Orietta Berti non poteva condurre al posto di Ornella Muti?

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