Checché ne dica Gianluigi Aponte, non è affatto chiaro quali saranno vantaggi e sinergie per Msc nell’operazione Ita che salva la faccia al governo di Mario Draghi. Ma è certo che, nonostante i tempi che corrono, la famiglia di armatori campani, proprietari delle crociere Msc, di Grandi Navi Veloci e fra i leader della logistica mondiale, non può certo lamentarsi. Anche grazie ai soldi pubblici che finanziano a larghe mani il business delle quarantene per i migranti sulle navi. Si tratta di denaro che rappresenta una vera e propria manna dal cielo nel momento il cui l’emergenza sanitaria ha messo al tappeto il business crocieristico e il trasporto passeggeri nei collegamenti marittimi.

Secondo quanto ilfattoquotidiano.it ha ricostruito attraverso il portale dell’amministrazione trasparente, dall’inizio della pandemia Grandi Navi Veloci ha letteralmente sbaragliato la concorrenza nelle gare per il noleggio di navi da utilizzare ai fini di quarantena per i migranti. Bandi indetti dal ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili sin dai tempi dell’ex ministro Pd Paola De Micheli, in cui GNV ha fatto la parte del leone. Come ha confermato il dicastero oggi guidato da Enrico Giovannini, la società del gruppo Msc si è aggiudicata ben undici procedure di affidamento su quattordici nell’ambito delle diverse gare indette. In denaro, su quasi 125 milioni agli Aponte ne sono andati quasi 119. Solo in tre casi è riuscita a spuntarla la rivale Moby che fa capo all’armatore Vincenzo Onorato. E cioè l’imprenditore recentemente finito alla ribalta delle cronache per le indagini della procura di Milano sul presunto traffico di influenze del fondatore del M5s, Beppe Grillo, a favore della sua Moby Lines.

Non sono mancati poi altri concorrenti che hanno risposto ai bandi pubblici per un servizio che, secondo la documentazione della determina a contrarre noleggio del 9 dicembre 2020, vale fra i 33 e i 35mila euro al giorno per nave, più 35 euro al giorno per migrante ospitato. Oltre alle offerte di GNV e Moby sono infatti arrivate sul tavolo del ministero anche le proposte di Forship spa, Blue Navy, Ferries Italia Srls e Compagnia Italiana di navigazione. Senza però scalfire il primato degli Aponte con Gnv che di recente è rimasta senza concorrenti nelle gare per gli ultimi lotti.

Tutto questo mentre, come rivelato dal Fatto quotidiano di mercoledì 26 gennaio, su Msc pende la sanzione che Anac deve comminare per aver assunto all’inizio del 2017 l’ex presidente del porto di Genova, Luigi Merlo, configurando un caso di pantouflage. Nei termini di legge, infatti, è vietata l’assunzione di coloro che abbiano “esercitato poteri autoritativi o negoziali” da parte di “soggetti privati destinatari dell’attività della Pubblica amministrazione svolta attraverso i medesimi poteri”. Merlo, marito di Raffaella Paita, presidente della Commissione Trasporti della Camera (Italia Viva), fu numero uno dell’Autorità portuale genovese dal 2008 al 2015, anni in cui Msc raggiunse e consolidò la leadership dello scalo. Il problema non è tanto la nullità dell’assunzione del funzionario, ma il fatto che la legge preveda anche il divieto triennale di contrattare con la pubblica amministrazione. Finora però la sanzione non è arrivata e non è chiaro nemmeno se, nel momento in cui dovesse arrivare, sarà retroattiva o scatterà a partire dalla decisione dell’Autorità. Con tutti gli annessi e connessi, mettendo quindi in discussione vecchi appalti o magari a rischio l’operazione Ita, che resta una compagnia interamente controllata dallo Stato.

Per ora l’unica certezza è che “la linea di business dei noleggi si conferma un’importante componente dell’offerta cantieristica di Grandi Navi Veloci Spa” come spiega il bilancio 2020 di GNV spa che registra un calo del 45,5% del trasporto passeggeri rispetto al 2019. E una “crescita dei ricavi per noleggio derivante soprattutto dal citato impiego di navi nell’ambito dell’assistenza ai migranti in virtù dell’aggiudicazione di una serie di bandi” prosegue il documento. In cifre, nel 2020, il 17% del fatturato di GNV spa è venuto proprio dai noleggi (50 milioni su un totale di 303 milioni). “I noleggi nei confronti del governo rappresentano solo una parte di questo risultato – puntualizza la società interpellata dal fattoquotidiano.it – La mission della compagnia è il trasporto passeggeri e merci e l’importante piano di investimenti in nuove navi e nuove linee va in questa direzione”. Ma è un fatto che le commesse pubbliche hanno aiutato ad attutire il colpo dell’emergenza sanitaria che ha comunque lasciato il segno: l’ultimo bilancio disponibile della compagnia marittima ha evidenziato 41,9 milioni di perdite a fronte di un utile da 984mila euro del 2019 con la perdita di un centinaio di milioni di ricavi da vendite. E con i debiti verso le banche saliti dai 192,79 milioni del 2019 ai 314,59 milioni del 2020.

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