“Gli anticorpi indotti da tre dosi del candidato vaccino inattivato di Valneva (VLA2001) neutralizzano la variante Omicron” di Sars-CoV-2″. L’annuncio della società Valneva arriva con la diffusione dei risultati di un piccolo studio preliminare di laboratorio con cui si è misurata la capacità di neutralizzazione del vaccino anti-Covid contro il mutante B.1.1.529. I sieri di 30 persone arruolate nello studio di fase 1/2 sul vaccino, sono stati utilizzati per un test basato sull’uso di pseudovirus (non infettivi perché non contengono materiale genetico, ndr). Il 100% presentava anticorpi neutralizzanti contro il virus originario e contro la variante Delta e l’87% contro la variante Omicron. La riduzione media della neutralizzazione rispetto al virus ancestrale è risultata di 2,7 volte per Delta e di 16,7 volte per Omicron. “Siamo estremamente soddisfatti di questi risultati – ha commentato Juan Carlos Jaramillo, Chief medical fficer di Valneva – Confermano il potenziale di protezione ad ampio spettro del nostro vaccino e la sua capacità di affrontare le varianti preoccupanti attualmente in circolazione. Valneva rimane pienamente impegnata a portare VLA2001 alle persone che ne hanno bisogno il prima possibile”.

L’azienda spiega che sta continuando a “fornire dati all’Agenzia europea del farmaco Ema” (che ha avviato la valutazione del candidato vaccino il 2 dicembre scorso), all’ente regolatorio britannico e ad altre autorità nell’ambito di iter di revisione continua. E continua a “prevedere di completare queste richieste in tempo per ricevere potenziali approvazioni regolatorie nel primo trimestre del 2022”. Valneva ricorda infine gli impegni presi e l’accordo firmato con la Commissione Europea per fornire fino a 60 milioni di dosi di VLA2001 in due anni, di cui 24,3 milioni nel 2022. Se ci sarà l’autorizzazione dell’Ema, la consegna del vaccino in Europa dovrebbe iniziare nell’aprile 2022. I vaccini a virus attenuati sviluppati in Cina non hanno brillato per efficacia e quello belga ideato e messo a punto con la stessa tecnica dalla Valneva, con cui l’Unione europea ha firmato un contratto, non si è dimostrato in grado di migliorare le prestazioni di altri vaccini nello studio inglese sulla vaccinazione eterologa. Motivo per cui Londra aveva concluso il contratto firmato con l’azienda che aveva respinto l’accusa e sostenuto che il composto fosse migliore di quello di Oxford-Astrazeneca.

Diversamente da quelli finora autorizzati, il nuovo vaccino si basa su vaccino contiene Sars-CoV-2 inattivato (ucciso), che quindi non può causare la malattia. Inoltre, contiene anche due “adiuvanti”, allume e CpG 1018, sostanze che stando all’azienda aiutano a rafforzare la risposta immunitaria al vaccino. La decisione del Comitato per i medicinali umani (Chmp) dell’Ema di avviare la revisione continua di VLA2001 “si basa sui risultati preliminari di studi di laboratorio e di primi studi clinici negli adulti. Questi studi suggeriscono che il vaccino innesca la produzione di anticorpi che colpiscono Sars-CoV-2, e può aiutare a proteggere dalla malattia”, spiegava l’agenzia in una nota lo scorso dicembre. La revisione continua, o rolling review, è uno strumento normativo che l’Ema utilizza per accelerare la valutazione di un farmaco o di un vaccino promettente durante un’emergenza sanitaria, studiando i dati non appena disponibili. Qualora venisse approvato, quello dell’azienda francese sarebbe il primo vaccino a virus inattivato ad avere il via libera in Europa. La Commissione europea si è assicurata l’acquisto di 60 milioni di dosi entro il 2023.

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