Anche chi ha ricevuto il placebo nei test sul vaccini anti-Covid ha segnalato effetti collaterali. Più di due terzi dei comuni eventi avversi associati al vaccino Covid potrebbero essere attribuiti all’effetto nocebo, la versione negativa dell’effetto placebo. È l’indicazione fornita dagli scienziati della Harvard Medical School che negli Stati Uniti hanno analizzato i dati relativi a dodici trial clinici sui vaccini Covid inclusi i rapporti sugli eventi avversi per 45.380 partecipanti. Si tratta di una meta analisi che ha preso in considerazioni 87 articoli scientifici. Dei 45.38 volontari, 22.578 hanno ricevuto placebo e 23.817 il vaccino attivo (mRNA, vettore virale o a base di proteine). Lo studio è stato pubblicato Journal of the American Medical Association (Jama) e sottoposto a revisione.

I ricercatori, come riporta il Guardian, hanno evidenziato che l’effetto nocebo è stato responsabile del 76% delle comuni reazioni avverse segnalate dopo la prima dose e di quasi il 52% dopo la seconda dose nelle persone che hanno ricevuto una iniezione di acqua e sale. Ma cos’è l’effetto nocebo? La definizione fa riferimento agli effetti collaterali associati a una sostanza che non è in grado di produrre conseguenze. Nei trial, quindi, non sarebbe stato il vaccino a provocare mal di testa, stanchezza, dolore al braccio. “Dire ai pazienti che” la somministrazione del vaccino “ha effetti collaterali simili a quelli prodotti dal placebo nei trial riduce l’ansia e induce i pazienti a prendersi del tempo per valutare gli effetti stessi”, dice Ted Kaptchuk, professore alla Harvard Medical School e autore dello studio. “Servono in ogni caso altri dati”, aggiunge. Kaptchuck e la collega Julia Haas, del Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, hanno analizzato gli eventi avversi durante i vari studi. In ogni trial, a chi ha ricevuto il placebo è stata somministrata una soluzione salina. Dalla metanalisi sono stati esclusi gli studi se il placebo utilizzato conteneva un ingrediente attivo che avrebbe potuto causare eventi avversi specifici (per esempio un adiuvante) o se il rischio di bias (errore sistematico, ndr) è stato considerato sconosciuto.

Più del 35% delle persone ‘vaccinate’ con il placebo hanno lamentato mal di testa e stanchezza, mentre il 16% ha fatto riferimento a dolore, arrossamento e gonfiore nel punto dell’iniezione. Nel complesso, i ricercatori hanno calcolato che circa due terzi degli effetti collaterali comuni riportati negli studi sui vaccini Covid sono collegati quindi all’effetto nocebo. Un discorso in particolare vale per mal di testa e affaticamento, che i bugiardini dei volantini inseriscono tra le reazioni avverse più comuni dopo un’iniezione. La ricerca potrebbe indurre a pensare che le informazioni sugli effetti collaterali possano spingere le persone ad attribuire erroneamente disturbi comuni al vaccino o a valutare in maniera errata le proprie condizioni. Kaptchuk sostiene in ogni caso che tali informazioni vadano fornite nel modo più ampio ed esaustivo possibile: “La maggior parte dei ricercatori – sottolinea – sostiene che ai pazienti dovrebbe essere dette meno cose sugli effetti collaterali per ridurre l’ansia. Io penso che questo sia sbagliato. Bisogna seguire la via dell’onestà”.

Gli studi analizzati sono stati ammessi se valutavano gli eventi avversi sollecitati entro 7 giorni dall’iniezione, includevano un braccio placebo inerte (soluzione salina) e fornivano rapporti sugli eventi avversi sia per il gruppo vaccino che per il gruppo placebo separatamente. Inoltre, analisi esplorative hanno suggerito che le risposte nocebo possono produrre eventi avversi di grado di gravità simili a quelli dei vaccini attivi dopo la prima dose. I sintomi non specifici comuni come mal di testa e affaticamento, che i risultati dello studio hanno dimostrato essere particolarmente associati al nocebo, sono elencati tra gli eventi avversi più comuni dopo la vaccinazione in molti opuscoli informativi.

Lo studio su Jama

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