La garanzia di voto dei parlamentari non è inficiata dal decreto sul super green pass. Lo ha stabilito la Corte costituzionale dichiarando inammissibile il ricorso per conflitto di attribuzioni tra poteri nei confronti del Governo sollevato da cinque parlamentari residenti in Sardegna e in Sicilia sull’introduzione del green pass rafforzato. I ricorrenti – Pino Cabras e Simona Suriano del Gruppo misto, Emanuela Corda e Andrea Vallascas di Alternativa c’è e Pietro Lorefice del M5s – sostenevano che l’obbligo impedisce loro di partecipare ai lavori parlamentari, in particolare (ma non esclusivamente) al voto per l’elezione del Presidente della Repubblica. I residenti nelle isole, infatti, non potrebbero raggiungere la sede del Parlamento con aerei o traghetti pubblici senza la certificazione verde rilasciata a vaccinati o guariti dal Covid. Perciò, data l’urgenza, chiedevano anche la sospensione cautelare della disposizione che ne prevede l’obbligo.

Dichiarando inammissibile il conflitto e così assorbendo la decisione sull’istanza di sospensione, la Consulta ha ritenuto invece che non vi sia alcuna manifesta violazione delle prerogative costituzionali dei parlamentari. La disposizione oggetto del conflitto regola infatti le condizioni di accesso al trasporto pubblico valide per l’intera collettività e non riguarda attribuzioni specifiche di deputati o senatori, incise in via fattuale e di riflesso; attribuzioni il cui esercizio deve essere garantito dai competenti organi delle Camere, nel rispetto della legislazione vigente. L’ordinanza sarà depositata nei prossimi giorni.

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