Sono partiti con un test negativo. Sono atterrati quando ormai erano positivi al Covid 19. E’ quello che è successo a 125 passeggeri, su un totale di 179, di volo charter decollato Milano e atterrato Amritsar, la città sacra dei sikh, capitale del Punjab, nell’India settentrionale. I contagiati saranno messi in isolamento, ma tredici di loro hanno fatto perdere le loro tracce dopo l’arrivo sottraendosi alla quarantena. La scoperta della positività al virus ha scatenato il caos e vivaci proteste dentro e fuori l’aeroporto, dove i viaggiatori erano attesi da decine di parenti e amici e da un corteo di ambulanze pronte a trasportarli negli ospedali dei distretti da cui provengono, per il periodo di isolamento imposto dalle autorità sanitarie. I viaggiatori affermano di essersi tutti sottoposti in Italia, prima della partenza, a test in laboratori seri. “Nessuno era positivo“, ha dichiarato ai media Jasvir Singh Uppal, originario della città di Jalandar, “i risultati dei nostri esami sono disponibili sul sito del ministero che ha autorizzato il viaggio e chiunque può controllarli. È impossibile che ci siamo tutti infettati nelle dieci ore del volo”.

Nella hall del terminal sono stati gridati slogan contro il governo, accusato di una non meglio precisata “cospirazione”. Il volo, operato dalla compagnia portoghese EuroAtlantic, era partito da Milano e aveva fatto uno scalo tecnico a Tbilisi. Dei 179 passeggeri, 19 sono bambini di età inferiore ai cinque anni. I positivi continuano a chiedere una revisione dei test effettuati dal laboratorio indiano e le autorità fanno sapere che nove di loro sono fuggiti dal terminal con la complicità dei familiari, e che altri quattro sarebbero scappati dall’ospedale Guru Nanak di Amritsar. La polizia informa che, se non si presenteranno entro oggi, verrà loro ritirato il passaporto.

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