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Ultimo aggiornamento: 17:30 del 15 Dicembre 2021

Scuola, gli studenti del liceo Plauto di Roma salgono sul tetto: “Non scenderemo finché non avremo un incontro con Bianchi”

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Prosegue l’occupazione del liceo Plauto di Roma: questa mattina gli studenti sono saliti sul tetto dell’Istituto promettendo di “non scendere” fino a che non avranno risposte e un “incontro con il ministro”. La scuola è occupata da lunedì, come molte altre scuole in Italia e, in particolare, a Roma. Ad annunciare quanto accaduto il collettivo Osa (Opposizione Studentesca d’Alternativa), via social: “Oggi siamo qua perché da mesi nelle scuole d’Italia si stanno verificando diverse mobilitazioni. Da anni non si vedeva un fervore così, ma nonostante questo le Istitutzioni voltano ancora la testa dall’altra parte – dice uno studente in un video – Quindi noi siamo qui per chiedere un incontro con Bianchi, la Prefettura e la città metropolitana che si dovrà tenere con tutte le organizzazioni studentesche, i principali collettivi e tutti i sindacati”.

Da mesi, denunciano gli studenti, “diciamo che le nostre proteste non sono un gioco” ma “rappresentano la volontà di noi studenti di essere ascoltati dalle istituzioni e avere voce in capitolo sui fondi che il governo sta per stanziare sulla scuola pubblica”. Per questo la richiesta è quella di un incontro, per avere “risposte concrete subito”. “Non scenderemo dal tetto del Liceo Plauto finché non verremo convocati: ci uniamo quindi all’occupazione permanente del liceo Albertelli. È una promessa: il tetto del liceo Plauto e l’occupazione del Pilo Albertelli non verranno liberati finché non verremo ascoltati“.

La battaglia non è solo a nome degli studenti del collettivo: “Siamo uniti e compatti nella nostra battaglia, da Roma a Torino, da Bologna a Firenze, a Napoli, a Catania”. Con il video vengono allegate anche le richieste che gli studenti rivolgono alle Istituzioni: una circolare del ministero che imponga ai presidi di tutte le scuole in protesta di eliminare le sanzioni disciplinari nei confronti degli studenti in lotta; l’apertura di un tavolo permanente di discussione con tutte le organizzazioni sindacali della scuola e tutte le organizzazioni studentesche e i collettivi rappresentativi delle proteste.

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