Mi auguro questo virus di prenderlo. Almeno dico ok, sono una complottista, una negazionista. Piuttosto che morire strisciando, meglio morire in piedi“. Un mese e mezzo dopo aver pronunciato queste parole in un video sul proprio profilo Facebook, Anna Caruso è morta davvero di Covid. Operatrice socio-sanitaria 64enne, era stata sospesa dall’ospedale di Alessandria – la struttura presso cui lavorava – in quanto non vaccinata. “Uno strazio, mi stringo al dolore dei cari e degli amici. La notizia non deve lasciarci indifferenti. Lo dico con tutto il cuore e con il senso di responsabilità che mi ha sempre caratterizzato: c’è la necessità di vaccinarsi per cercare di superare questa emergenza sanitaria”, dice Lorenzo Lucchini, infermiere professionale e sindaco di Acqui Terme, dove Caruso risiedeva.

L’operatrice è morta all’ospedale di Tortona, dove era stata trasferita da quello di Alessandria. Nel video intitolato “Se un uomo in piazza con un tavolino fa paura… da meritare un Daspo… meditate” (il riferimento è a Stefano Puzzer, il leader del movimento triestino anti-green pass), l’operatrice sanitaria sostiene tesi complottiste. “Chiediamoci perché siamo chiusi in una bolla che solo l’Italia si è ritagliata. Io vedo gente, ci vediamo, ci baciamo, stiamo insieme e non ci siamo mai presi niente se non la giusta influenza”, diceva.

“Rispettiamo le convinzioni di ciascuno, anche se a volte si paga con la vita”, commentano Salvatore Lo Presti e Francesco Pesce, segretario provinciale e delegato aziendale del sindacato infermieristico Nursind che, nell’esprime “vicinanza” alla famiglia della collega, si dicono “rammaricati che ancora oggi possano esistere posizioni non scientifiche e che il mondo sanitario sia stato vittima di mala informazione e di informazione non corretta”. “Prima nel reparto di Pneumologia e poi in Cardiologia, Anna era benvoluta, di lei il ricordo non può che essere ottimo”, dice ancora Pesce. “In tanti mi rammentano quanto fosse sempre stata testona, fino alla fine. Tutti, non solo come sindacato, siamo vicini alla famiglia, sapendo quanto vuoto possa avere lasciato”.

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