È veramente buffa l’alchimia che si può scatenare quando gli opposti si incontrano e iniziano a muoversi nella stessa direzione. Qualche anno fa, per una serie di casualità, la mia famiglia conobbe una vera e propria forza della natura che, a dispetto dei suoi attuali 86 anni, continua a mordere la vita a denti stretti.

Lei si chiama Mitzi Amoroso e i bambini degli anni 70 ed 80 forse le ricordano come l’autrice di sigle storiche dei cartoni animati (Ranatan, ad esempio. E so che se siete nati in quegli anni la state canticchiando di sicuro) o come anima del famoso coro delle mele verdi, che sempre nello stesso periodo cantava le sigle dei Barbapapà (e ora vi sento cantare ancora più forte!).

Nel corso del tempo Mitzi ha preso diverse batoste dalla vita, ma si è sempre rialzata usando quella che, per lei, è la più forte delle stampelle: il teatro. Attenzione però, non un teatro qualunque, ma il teatro per bambini, fatto dai bambini e con una finalità importante: aiutare chi ha bisogno.

La pandemia, se Mitzi fosse una persona come le altre, avrebbe potuto fermare la sua voglia di scrivere commedie e canzoni, ma… come direbbe lei: COL CAVOLO!

Per oltre un anno, dopo aver imparato a usare Zoom, ha continuato a garantire ai ragazzi della sua scuola di teatro la continuità di prove e lezioni e ora, al teatro Ariberto di Milano (via Daniele Crespi, 9) tutti i sabati e le domeniche di novembre dal 13 al 28 alle ore 16, finalmente si torna in scena con uno spettacolo che, vista la situazione, non potrebbe essere più adeguato.

Si intitola Ma il cielo non può attendere (La storia fiabesca di Hansel e Gretel) e in circa un’ora e mezza di spettacolo (una commedia musicale dove – badate bene – recitano e cantano davvero i bambini della scuola di teatro di Mitzi) questi incredibili e serissimi attori con età comprese fra i 7 ed i 12 anni, intrattengono lo spettatore con un racconto nato proprio per esorcizzare la paura, ridendo a crepapelle grazie alla rivisitazione della storia dei due fratellini che però, nel testo scritto dalla Amoroso e con le musiche di Paolo Peroni, vengono affiancati anche da fate, galli parlanti, streghe, gazze impiccione, uccellini sciocchini e molti altri personaggi.

È buffo, dicevo all’inizio, vedere come l’ottantaseienne Mitzi e i giovanissimi protagonisti si interfacciano. Si scontrano, si confrontano, litigano, imparano, crescono e si divertono da matti. Il tutto sotto lo sguardo stranito dei genitori che non capiscono come questo possa funzionare così bene e che, quando si accendono le luci della sala, scoprono la potenza terapeutica del teatro, delle risate e dell’impegno che solo gli anziani e i bambini possono mettere nei loro grandi progetti.

Se nei prossimi fine settimana di novembre passate da Milano fatevi un regalo; andate al teatro Ariberto a vedere Ma il cielo non può attendere, vi divertirete anche voi e farete del bene. Il ricavato dello spettacolo (10 euro il costo dei biglietti, che si comprano direttamente il giorno dello spettacolo in teatro per accedere al quale è obbligatorio il green pass), sarà devoluto alle attività di aggregazione giovanile della parrocchia San Vincenzo in Prato. Per informazioni: ceraunavoltaepoi2015@gmail.com

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