Il mondo FQ

Bavaglio ai pm, l’Anm sulla presunzione di innocenza: “Scelte irragionevoli che non renderanno buon servizio all’informazione”

L’Associazione nazionale magistrati si schiera al fianco dei pm contro il decreto legislativo approvato giovedì dal Consiglio dei ministri, che impone pesanti restrizioni alla comunicazione giudiziaria. "Pronti a rilevare le distorsioni applicative e tenere alta l'attenzione su questi temi assai sensibili per l’effettività dell’assetto democratico della giustizia penale, di cui un tassello importante è proprio il rapporto con la stampa", dice il presidente Santalucia
Bavaglio ai pm, l’Anm sulla presunzione di innocenza: “Scelte irragionevoli che non renderanno buon servizio all’informazione”
Icona dei commenti Commenti

L’Associazione nazionale magistrati si schiera al fianco dei pm contro il decreto legislativo “sulla presunzione di innocenza” approvato giovedì dal Consiglio dei ministri, che impone pesanti restrizioni alla comunicazione delle autorità giudiziarie, prevedendo – tra le altre cose – che “la diffusione di informazioni sui procedimenti penali” sia consentita “solo quando è strettamente necessaria per la prosecuzione delle indagini” e che le conferenze stampa dei procuratori capi possano tenersi solo “nei casi di particolare rilevanza pubblica dei fatti”. Con il decreto “sono state compiute scelte discutibili“, ha detto il presidente del sindacato delle toghe Giuseppe Santalucia durante la riunione del Comitato direttivo centrale: “Si è irragionevolmente irrigidita la comunicazione con la stampa dei procuratori della Repubblica”, con “regole che non renderanno un buon servizio, questo è il timore, all’esigenza di una corretta informazione su quanto accade nel processo durante la fase delicatissima delle indagini”.

L’Anm dovrà essere “pronta – ha detto ancora Santalucia – a rilevare le distorsioni applicative che oggi da più parti si prefigurano e non lasciare che siano soltanto i procuratori della Repubblica a tenere alta l’attenzione su questi temi assai sensibili per l’effettività dell’assetto democratico della giustizia penale, di cui un tassello importante è proprio il rapporto con la stampa”. Un nuovo grido di allarme che si aggiunge a quello di alcuni pubblici ministeri, a partire dal consigliere Csm Nino Di Matteo, che qualche giorno fa – votando insieme a Sebastiano Ardita contro il parere positivo dell’organo sulla riforma – aveva parlato di “svolta illiberale” e di “bavaglio alla possibilità che all’informazione contribuisca anche l’autorità pubbica”, con la “sostanziale impossibilità per l’autorità pubblica di informare su quanto non è più coperto dal segreto”.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione