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Venezia, banchi a rotelle mandati al macero. La replica di Arcuri alla preside della scuola: “Ce li aveva chiesti l’istituto”

Ne scrive il Gazzettino. Si legge nel documento: “L’istituto “Benedetti Tommaseo” ha manifestato l'esigenza di sole quaranta sedute di tipo innovativo e di nessun'altra tipologia di banchi”
Venezia, banchi a rotelle mandati al macero. La replica di Arcuri alla preside della scuola: “Ce li aveva chiesti l’istituto”
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C’è contrasto tra la preside dell’Istituto “Benedetti-Tommaseo” di Venezia, Stefania Nociti – divenuta ormai nota per aver mandato al macero quaranta sedie innovative – e l’ex struttura commissariale. Dopo il clamore suscitato dalla fotografia che ritrae i nuovi banchi accatastati su un’imbarcazione con destinazione discarica e l’attacco dell’ex dirigente della scuola (ora in pensione) , Concetta Franco, la struttura che faceva capo a Domenico Arcuri ha voluto smentire le parole della Nociti. La preside, infatti, in un suo intervento sul “Gazzettino” ha spiegato: “La nostra scuola non ha mai acquistato attraverso Consip e nemmeno mediante altre procedure i quaranta banchi a rotelle. Il tutto è debitamente documentato agli atti”. Non solo. Nociti al “Gazzettino” ha spiegato che si sarebbe trattato di un errore, dato che a novembre, al posto dell’ordine fatto dalla scuola furono consegnati i quaranta banchi a rotelle oggetto della polemica, “privi di imballaggio, di documenti di accompagnamento e di scheda tecnica”.

Parole smentite da Domenico Arcuri. L’ufficio stampa dell’ex struttura commissariale per l’emergenza Covid, in una nota, ha voluto puntualizzare: “L’istituto “Benedetti Tommaseo” ha manifestato l’esigenza di sole quaranta sedute di tipo innovativo e di nessun’altra tipologia di banchi” materiale che “è stato consegnato a novembre 2020 e regolarmente accettato dall’ Istituto come dimostra il certificato di regolare fornitura e verbale di collaudo firmato”. Firmando il certificato, secondo l’ex struttura commissariale la dirigente scolastica “ha dichiarato che le sedute corrispondevano qualitativamente e quantitativamente a quanto ordinato e che a seguito di verifica ha potuto constatare la qualità e la piena efficienza delle sedute stesse, la rispondenza allo scopo a cui dovevano essere adibite e l’assenza di difetti o vizi che ne potevano pregiudicare l’impiego”.

In questo modo la dirigente ha dato il nulla osta alla struttura commissariale per il pagamento della fattura al fornitore. Parole che fanno da replica alle dichiarazioni della preside che ha motivato la scelta di buttare i banchi in questo modo: “Non li avevamo richiesti e li buttiamo perché infiammabili”. Sulla vicenda, nei giorni scorsi, si è scatenata anche la politica: l’ex ministra Lucia Azzolina ha annunciato un’interrogazione parlamentare così anche Nicola Fratoianni (“Sinistra Italiana”) e l’onorevole di Italia Viva Cosimo Maria Ferri. Inoltre Matteo Salvini così come l’ex inquilina di viale Trastevere hanno chiesto alla Corte dei Conti di indagare sulla vicenda. Caso, questo dei banchi del “Benedetti Tommaseo” che sarebbe già sulla scrivania del procuratore Paolo Evangelista. Intanto lo scontro politico non si placa. Proprio Lucia Azzolina, rispondendo al sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso (Lega) ha detto: “Spero che chi ha commesso questo errore non sia stato consigliato da chi aveva interesse a fare l’ennesima polemica sempre in Veneto. Qualche legittimo dubbio ce l’ho. Sasso dice di aver avuto segnalazioni di scuole che non avrebbero chiesto quei banchi: quali sarebbero questi istituti? Cosa sta insinuando? Le chiacchiere stanno a zero. Sasso ha detto parole gravi che non lasceremo cadere nel nulla”.

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