“La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo spirito umano s’innalza verso la contemplazione della verità. È Dio ad aver posto nel cuore dell’uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva, di conoscere lui perché, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla piena verità su se stesso”. Quando, il 14 settembre 1998, san Giovanni Paolo II firmò la penultima delle sue 14 encicliche, Fides et ratio, le parole del Papa polacco aprirono spazi di dialogo fino a quel momento inaccessibili.

Quel documento magisteriale, di cui l’allora cardinale prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, Joseph Ratzinger, conosceva benissimo la genesi, fece, infatti, breccia negli areopaghi di coloro che si definivano lontani dal ristretto mondo ecclesiale. Karol Wojtyla apriva una strada che il suo immediato successore, Benedetto XVI, avrebbe sapientemente percorso con il cortile dei gentili, incentivando il dialogo tra credenti e non credenti. Espressione giustamente non amata dal cardinale Carlo Maria Martini che preferiva parlare di pensanti e non pensanti.

L’arcivescovo Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, ha ripreso l’enciclica Fides et ratio oltre venti anni dopo la sua pubblicazione, proseguendo idealmente quel dialogo lungimirante avviato da san Giovanni Paolo II a cui l’autore è fortemente legato da un rapporto di intensa e proficua collaborazione. Il nodo ligneo (San Paolo), ultima fatica letteraria di monsignor Fisichella, si sofferma infatti sul rapporto tra fede e ragione anche alla luce del mutato panorama mondiale di questi ultimi due decenni.

Nato dalla penna di uno dei teologi italiani più autorevoli e affermati a livello internazionale, il volume, come scrive l’autore, ha la finalità di “mostrare che la ragione non è esclusa dalla fede e questa, se vuole essere corrispondente alla sua natura, non può prescindere dalla ragione. L’atto di fede – non lo si può dimenticare – si costituisce come un atto globale in cui tutta la persona è coinvolta. In esso, tutto deve essere assunto perché tutto è stato dato e tutto è stato redento”.

Il nodo ligneo si pone in perfetta continuità con un altro recente e prezioso testo di monsignor Fisichella intitolato Dentro di me il tuo nome (San Paolo), che rilegge il pensiero teologico di san Giovanni Paolo II attraverso tutte le sue 14 encicliche. Volume che ha ricevuto recentemente il Premio cardinale Michele Giordano 2021. Entrambe le opere fanno parte della collana Sub lumine fidei che sarà presentata il 26 ottobre prossimo alle 17 alla Pontificia Università Gregoriana in un evento intitolato Il teologo dinanzi al mistero, realizzato in occasione del 70esimo genetliaco di monsignor Fisichella.

Ne Il nodo ligneo, il presule sottolinea, inoltre, che “la storia di Gesù di Nazareth che si spinge fino alla morte in croce diventa, alla fine, il vero limite ultimo posto alla speculazione. Lo scoglio contro cui ogni pensare speculativo si infrange, trova nel problema della sofferenza, soprattutto nella sofferenza dell’innocente, l’enigma insolubile a meno che non sia immesso nella luce del Dio crocifisso. Cammino faticoso, ma necessario, che la ragione deve percorrere se brama ricevere la risposta coerente. Saper accettare o meno la provocazione del mistero di un Dio che si incarna per amore e che non si arrende davanti alla morte è il dilemma che va risolto se non ci si vuole scontrare con il vicolo cieco dell’assurdo”.

Per monsignor Fisichella, infatti, “davanti a tutto questo groviglio il sapere teologico non rinuncia a ‘sapere criticamente’, al contrario. Proprio in questo abisso per la ragione ritrova la sua fonte e il fine verso cui tendere: rendere intelligibile a partire dalla paradossalità di questi contenuti il mistero di Dio che si fa storia per amore, invitando ad assumere la stessa prospettiva come senso per l’esistenza personale”.

In definitiva, il presule fa sue le parole di Wojtyla in Fides et ratio: “La Chiesa, da parte sua, non può che apprezzare l’impegno della ragione per il raggiungimento di obiettivi che rendano l’esistenza personale sempre più degna. Essa infatti vede nella filosofia la via per conoscere fondamentali verità concernenti l’esistenza dell’uomo. Al tempo stesso, considera la filosofia un aiuto indispensabile per approfondire l’intelligenza della fede e per comunicare la verità del Vangelo a quanti ancora non la conoscono”.

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