Poco dopo la sua nomina al Viminale incontrai la ministra Luciana Lamorgese per portarle un libro (La guerra di Troilo) in cui ho raccontato la storia di mio padre, fondatore e comandante della “Brigata Maiella”, che fu il prefetto della Liberazione di Milano dal gennaio del 1946 al novembre del 1947. Qualche mese dopo, a seguito di azioni eversive da parte di CasaPound, scrissi una lettera aperta alla ministra, cui non ebbi risposta.

Nella mia lettera/appello, ricordavo che le basi giuridiche e legislative per un provvedimento del genere sono molteplici e chiare. Innanzitutto c’è la Costituzione, che nella XII disposizione transitoria e finale è tassativa: “È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista”.

Se questo non bastasse, nel 1952 la legge n. 645 (detta “Legge Scelba” dal nome del ministro degli Interni dell’epoca) ha ripreso con forza la disposizione transitoria della Costituzione, sanzionando “chiunque promuova od organizzi sotto qualsiasi forma la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista, oppure chiunque pubblicamente esalti esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”.

Ogni tipo di apologia – prevede la legge – è punibile con un arresto dai 18 mesi ai 4 anni. Le pene sono più severe se il fatto riguarda idee o metodi razzisti o se è commesso con il mezzo della stampa. La pena detentiva è accompagnata dalla pena accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici.

Da allora ad oggi – e soprattutto in questi ultimi giorni – CasaPound, assieme al movimento neofascista Forza Nuova, ha continuato a “pescare nel torbido”, inserendo propri esponenti nelle manifestazioni di piazza del movimento no-vax e accentuandone il carattere violento ed eversivo. L’assalto alla sede della Cgil ha ricordato le origini del fascismo, che vedeva nei sindacati un ostacolo alla piena presa del potere (e non a caso Mussolini li mise al bando assieme ai giornali politici).

Naturalmente, mi rendo conto che la decisione di sciogliere i due movimenti neofascisti richiede la volontà politica e l’impegno dell’intero governo e delle forze politiche che lo sostengono. Ma la proposta dovrebbe partire dal ministro “competente per materia”, che nella sua lunga carriera ha sempre dimostrato una sincera fede democratica. Come può consentire, un ministro con queste caratteristiche, la sopravvivenza di una vergogna per la democrazia come l’esistenza di CasaPound e di Forza Nuova?

E vedrei difficile, da parte del Presidente del Consiglio, non accoglierla o quanto meno non motivare questa scelta.

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