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Adele dimagrita di 30 chili in un anno, merito della dieta Sirt? Ecco cos’è e come funzionano le diete chetogeniche

Ormai l’effetto mediatico sulla presunta dieta che prevede eliminazione degli zuccheri e dei grassi saturi, oltre alla riduzione delle porzioni dei latticini, ha fatto il giro del web facendo pensare a molti che c’è una via sicura e garantita alla perdita dei (anche tanti) chili di troppo: il dottor Paolo Pigozzi, medico nutrizionista e autore di numerose opere dedicate alla corretta alimentazione ci aiuta a fare chiarezza a riguardo

di Ennio Battista

I suoi fan non hanno creduto ai loro occhi quando hanno visto le foto della loro beniamina pubblicate su Instagram che la ritraevano in “tiro”, senza più le sue rotondità. Un cambiamento radicale quello di Adele, la famosa cantante inglese che ha affermato di avere perso 30 kg in un anno. Le ipotesi di questo dimagrimento si sono poi rincorse. Si è parlato di dieta chetogenica, in particolare la “dieta Sirt”, anche se Adele stessa ha affermato su Vogue Uk che il merito in realtà di questo risultato è stato solo tanta palestra e mangiare un po’ di tutto.

Ma ormai l’effetto mediatico sulla presunta dieta che prevede eliminazione degli zuccheri e dei grassi saturi, oltre alla riduzione delle porzioni dei latticini, ha fatto il giro del web facendo pensare a molti che c’è una via sicura e garantita alla perdita dei (anche tanti) chili di troppo. “Quello che si è detto a proposito di questa dieta non è nulla di sconvolgente ma è quanto previsto da una dieta salutare ed equilibrata, che comprenda cereali integrali e legumi (carboidrati complessi), presenza o eliminazione della carne (non grassi saturi) e riduzione dei latticini oltre, naturalmente, a verdure a volontà e un consumo intelligente di frutta (di più in estate, moderato in inverno)”, sottolinea il dottor Paolo Pigozzi, medico nutrizionista e autore di numerose opere dedicate alla corretta alimentazione. Il risultato è che ora si parla molto di dieta Sirt, fondandosi sull’azione delle sirtuine “definite ‘super regolatori metabolici’ perché influenzano la nostra capacità di bruciare grassi, ma anche l’umore e perfino i meccanismi che regolano la longevità”, spiega l’esperto.

Fraintendimenti mediatici – Una definizione che in sé non contiene nulla di sbagliato, tranne il fatto di omettere che la regolazione metabolica dipende in realtà da centinaia e probabilmente migliaia di sostanze assunte con gli alimenti naturali. “Il vezzo giornalistico di appioppare superlativi assoluti a tutte le notizie che si reputano mediaticamente interessanti falsa in molti casi la percezione della notizia stessa, sottolinea ancora Pigozzi. “Per esempio, si è letto in alcuni casi che una dieta che comprenda olio extravergine d’oliva, cioccolato fondente, vino rosso, perfino tè e caffè; oppure fragole, mirtilli, noci, grano saraceno, peperoncino, cavolo, rucola, ecc. produca risultati strabilianti, soprattutto sulla perdita di peso. Ma c’è fraintendimento più grave”, quale? “Quello di confondere una normale dieta dimagrante – come quella attribuita ad Adele – con le diete iperproteiche, caratterizzate da una forte riduzione degli alimenti che contengono carboidrati (cereali e frutta), ma generalmente senza grandi riflessioni sulla qualità degli stessi (per il metabolismo e anche per una perdita di peso equilibrata non sono lo stesso i cereali integrali e quelli raffinati), sostituiti con un aumento del consumo di alimenti proteici”.

E dove sarebbe l’inghippo?
“Sono diete che producono in breve tempo risultati spettacolari sulla perdita di peso, ma generalmente temporanei. Oltre a un grande impegno di fegato e reni per l’eliminazione dall’organismo delle scorie azotate generate dall’eccesso di proteine”. Capita anche di vedere fare confusione tra diete iperproteiche e le diete chetogeniche. È ancora il dottor Pigozzi a spiegarci che queste ultime fanno aumentare la produzione di corpi chetonici, sostanze metabolicamente significative e dotate di proprietà specifiche, soprattutto nei confronti di alcune patologie: cefalea e epilessia refrattarie alle normali terapie, alcune patologie neurologiche come malattia di Alzheimer, Sla e sclerosi multipla, obesità e insulinoresistenza, la sindrome dell’ovaio policistico, l’endometriosi, la steatosi epatica e in generale la sindrome metabolica, ecc. E in effetti, anche le chetogeniche sono diete a ridotto contenuto di carboidrati semplici e con un proporzionale aumento di alimenti proteici e ricchi di grassi. Ma “più che diete in senso lato, le chetogeniche sono strumenti terapeutici da utilizzare per un certo tempo per affinare la terapia di alcune patologie specifiche e, in ogni caso, si tratta appunto di cure che, esattamente come i farmaci, vanno modulate sulle esigenze del paziente”, tiene a sottolineare il medico.

Possiamo allora contare su una dieta corretta che produca una certa perdita di peso?
“In realtà una dieta fisiologica, formulata tendo conto delle evidenze scientifiche e, volendo, anche della tradizione, già comprende parecchie delle caratteristiche ritenute ‘super’ o ‘miracolose’ delle diete dei Vip. Come, per esempio, la riduzione/eliminazione degli zuccheri semplici (saccarosio) e dei grassi saturi (carne, formaggi), l’ampio spazio a frutta e verdure, il ruolo fondamentale del consumo giornaliero di cereali integrali e di piccole quantità di legumi e di semi oleosi, importanti per il contenuto nutrizionale, ma anche per il ruolo indispensabile nel moderare l’aumento della glicemia postprandiale e quindi nel ridurre l’aumento dell’insulinemia e degli indici infiammatori. Condizioni che favoriscono l’aumento del rischio per tutte le patologie sopra elencate”.

Diciamolo allora, una volta per tutte, che non esistono diete miracolose.
“Miracolose sono soprattutto la complessità del nostro organismo e nello stesso tempo la semplicità con la quale, nella stragrande maggioranza dei casi, un cambiamento dello stile di vita possa produrre miglioramenti significativi sullo stato di salute e sulla nostra percezione di benessere”.

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