Di questi tempi si parla tanto di Roma, ma troppo spesso per le ragioni sbagliate. Si cita tutto quello che non va in città e tutto quello che un buon sindaco dovrebbe fare (o avere fatto), senza mai pensare ai mille gioielli che questa meravigliosa capitale d’Italia ci può offrire.

E’ vero, dopo le privazioni del Covid si stanno moltiplicando come gabbiani le associazioni che organizzano visite guidate nei luoghi più belli e a volte solo apparentemente noti di Roma. Ora però chi non abbia dimestichezza auricolari e grupponi e rifiuti di sentirsi una mandria al pascolo, ha una occasione in più per scoprire la città e i suoi angoli più insoliti grazie a un vero e proprio manuale scritto da Carlo Coronati, maestro elementare in pensione con la passione dell’escursionismo e della scoperta.

Roma, guida insolita per esploratori urbani, edita da Il Lupo, forse è sfuggita a i più, intenti ad accaparrarsi l’ultimo romanzo in voga a Capalbio. Ebbene, se il thrillerone da ombrellone è l’idea lettura estiva, certamente l’autunno è dedicato invece ad altro. Per esempio farsi una bella passeggiata nella capitale.

Sono ben quindici i trekking urbani proposti da questo libro, con tanto di cartine accluse, in barba a qualsiasi Google maps. Si possono fare a piedi o in bici (ciclabili astruse permettendo) per vagare consapevoli in periferia, nei parchi, scoprire la street art più moderna o i borghetti urbani più caratteristici.

Testaccio, Aventino, San Saba, ma anche Tor Marancia, Tor Tre Teste, Porta Furba, Ponte Mammolo, Cecchignoletta, Monte Antenne e tanti altre chicche che Roma può offrire al di là dei soliti itinerari turistico-religiosi. Ogni percorso è presentato in rigoroso stile da trekking: indicazione dei chilometri, delle ore necessarie, del tipo di fondo, delle possibilità di collegamento con i mezzi pubblici.

Sono tutti bellissimi loop che ci portano a perderci in situazioni architettoniche, sociali e artistiche che neanche avremmo mai potuto sospettare e che fanno venire voglia di avere presto un secondo volume con altri percorsi. Più e meglio di qualsiasi guida turistica (di quelle che ormai nessuno usa più, persi come siamo nei 6 pollici dei nostri smatphone), questo è un libro da leggere prima, durante e dopo ogni passeggiata, per digerire e assimilare una città che come diceva Gigi Proietti è e sarà sempre eterna e fragile, tragica e ironica, cinica e innamorata.