I comizi nelle piazze dei 1.192 Comuni chiamati al voto chiudono la campagna elettorale per le amministrative del 3 e 4 ottobre. Matteo Salvini e Antonio Tajani fanno gli ultimi appelli in Calabria, Giorgia Meloni a Roma, Giuseppe Conte a Roma dopo essere stato a Napoli. Infine il leader dem, Enrico Letta, a Siena dove è anche candidato alle suppletive. Sono le ultime schermaglie: da mezzanotte comincia il silenzio elettorale, poi domenica e lunedì saranno le urne a parlare. Le attenzioni sono rivolte in particolare a Roma, Milano, Napoli, Torino e Bologna, le 5 principali città che vanno al voto, insieme ad altri 14 capoluoghi: Benevento, Caserta, Cosenza, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Pordenone, Ravenna, Rimini, Salerno, Savona, Trieste e Varese. Senza dimenticare le regionali in Calabria e le elezioni suppletive a Siena e a Roma-Primavalle.

Da Napoli Conte lancia un patto all’insegna della legalità: “Per far correre il Paese occorre farlo nel segno della legalità e dell’onesta. E dove c’è 5 stelle non c’è illegalità“, ha detto il presidente del M5s al comizio di chiusura di Gaetano Manfredi. “Non dobbiamo vivere solo di memoria – ha sottolineato dal palco – ma programmare con i soldi del Pnrr. Per far correre l’Italia servono tanti cantieri e progetti anche a Napoli, ma abbiamo bisogno di persone serie e non di qualche imprenditore o lobby che preme per propri interessi”. Con Manfredi e Conte c’è il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Mi fido di Gaetano – dice – so che saprà spendere i soldi del recovery fund che arriveranno”. A Roma interviene in video-collegamento Beppe Grillo, che paragona Conte al mago di Oz “che proviene da un mondo accademico e ora va per strada e gli dicono ‘sei bono’ e che ora capisce il senso di direzione del Movimento”. Poi aggiunge: “Quello che mi fa paura è la rabbia fredda che può esplodere da un momento all’altro e che nasce anche da come procede l’informazione: c’è un terrapiattismo culturale che ci circonda”. Dopo gli interventi di Roberto Fico e Luigi Di Maio, arriva di nuovo Conte: “Quello che spesso è stato rimproverato a Virginia è stata una certa lentezza iniziale, all’inizio questi frutti” come la ripartenza degli appalti che “ci riconoscono gli imprenditori, non si sono visti ma neppure superwoman sarebbe riuscita” a fare di più “appena insediata, nella situazione ereditata con una macchina adagiata, sclerotizzata“.

A Napoli per il Pd c’è anche il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, che ha concluso la campagna elettorale nel quartiere Scampia: “L’alleanza con il M5s ai ballottaggi è una strada obbligata, è il modo per battere la destra, basta guardare i numeri”. “Ma non ci sono solo i numeri – ha aggiunto Orlando – c’è il tema della lotta alle disuguaglianze, che è un tema comune di battaglia”. Il segretario dem Letta, che è impegnato in Toscana dove corre per un posto alla Camera, rilancia: “Lunedì il Pd sarà il primo partito italiano”. La sfida è soprattutto a Salvini, che risponde da Catanzaro: “Noi siamo uniti ovunque dalla Calabria a Milano, da Roma a Trieste e oggi eravamo a Roma mentre Pd e 5 Stelle sono divisi in tre“. “Sono contento – ha aggiunto Salvini – che finalmente arrivi questo voto perché avremo sindaci della Lega così forti come non li abbiamo mai avuti”. “Pd e 5 stelle hanno solo fatto disastri – ha concluso – guardiamo a come è messa a Roma”.

ROMA

Raggi – Sul concetto di legalità ha insistito anche la sindaca di Roma, Virginia Raggi, durante il suo comizio di chiusura alla Bocca della Verità: “Sulla legalità ci hanno anche presi in giro. Per 40 anni nessuno se ne era accorto, una vergogna. Sono qui con la maglietta ‘My name is Roma’. Me l’ha regalata un nostro candidato. Mi ha spiegato che grazie a quello che abbiamo fatto, l’abbattimento villette, Roma non è più Casamonica, ha iniziato a cambiare nome, si chiama di nuovo Roma. Il mio nome è Roma, non è Roma ladrona come la chiama qualcuno che ha insultato la nostra città per anni e ora viene a fare campagna elettorale candidando un sindaco, vade retro“. “Il mio nome non è Mafia capitale, il mio nome è Roma. Non mollare mi ha detto. E io non mollo”, ha detto Raggi dal palco. Poi in video-collegamento è intervenuto Beppe Grillo: “Io ci sono per rimarcare la mia lealtà nei tuoi confronti. In qualsiasi modo possa andare questa elezione io con le persone sono leale”, ha detto. E ancora: “Tu non sparirai nel caso non vincessi la carica di sindaco, non sparerai dal Movimento, sei nel comitato dei garanti“. “Abbiamo fatto anche cazzate, ci siamo fidati di persone di cui non dovevamo fidarci“, ha aggiunto Grillo. “I romani devono capire che hai messo le basi per qualcosa che deve continuare. Se poi voteranno in altro modo ne sconteranno le conseguenze“. Ma, ha aggiunto, “succederà qualcosa di straordinario, se i romani non sono proprio sprofondati nell’incoerenza. Se andrai al ballottaggio e vincerai sarà una vittoria non solo per Roma ma per tutta l’Italia, per tutta l’Europa“. “La rabbia del Movimento nasce dalla rabbia sana, motivante come la sete e la fame”, ha detto Grillo, con Raggi che dal palco gli ha risposto: “La nostra è una rivoluzione gentile“.

Gualtieri – “Non ci possiamo rilassare perché avremo altre due settimane di lavoro. Noi non abbiamo voluto fare una chiusura tutti in un posto, ma in 15 piazze” perché “è il segno di come governeremo e cambieremo Roma“. Il candidato a sindaco del centrosinistra Roberto Gualtieri sceglie San Basilio per il comizio finale prima del voto e vede la vittoria: “Ci impegneremo per arrivare primi al primo turno. E io penso che la nostra scelta di apertura ci farà vincere queste elezioni”. “Questa non è una piazza al centro, è anche difficile da raggiungere, tanti che volevano raggiungerci sono rimasti imbottigliati nel traffico, perché Roma è così”, dice Gualtieri. Che poi aggiunge: “Io lo so che è una sfida difficile, ma ci sono tanti sindaci che Roma l’hanno governata bene“, ha aggiunto.

Calenda – Se Gualtieri va a San Basilio, Carlo Calenda punta su piazza del Popolo per lanciare la volata e sperare di essere la sorpresa: “C’è nervosismo nel Pd. Io tiro dritto. Vedo un ambiente strepitoso qui in piazza”. Il leader di Azione pensa che “alla fine, sorprendentemente, al ballottaggio andremo io e Gualtieri. Michetti non ci arriverà, ha fatto una campagna elettorale inesistente, un programma copiato. Me lo auguro perché sarebbe una bel ballottaggio”. Poi Calenda carica i suoi: “Noi siamo una lista civica e il 90 percento dei candidati sono ingegneri, medici, professionisti e verrà votata da centro, destra e sinistra. Andremo noi al ballottaggio e vinceremo“.

Michetti – “Il rilancio della Capitale passa dal riscatto delle sue periferie. Per questo, insieme ai leader dei partiti del Centrodestra, abbiamo deciso di chiudere la nostra campagna con una conferenza stampa a Spinaceto“, ha scritto su Facebook, Enrico Michetti, candidato a sindaco di Roma per il centrodestra, pubblicando una foto della conferenza stampa di oggi, assieme ai leader della coalizione. “È in periferia il cuore pulsante di Roma – ha aggiunto Michetti – . Da troppo tempo quel cuore è fermo, ma noi lo faremo ripartire con più sicurezza, servizi efficienti, risposte certe e rapide. Insomma, con un Comune presente e in grado di ridare speranza e futuro. Noi ci siamo, con competenza, determinazione e serietà”, ha concluso il candidato.

MILANO

Sala – “L’appello ai milanesi è di considerare il fatto che questi 5 anni saranno i più importanti di Milano”, ha detto il sindaco Giuseppe Sala a margine dell’evento promosso dal Pd per il rush finale della campagna elettorale. “Dobbiamo fare tre cose difficili insieme: la prima uscire da questa pandemia, la seconda mettere a terra i fondi del Pnrr. La terza, e noi abbiamo una complicazione in più, che però è un’opportunità, prepararci alle Olimpiadi – ha spiegato -. Queste tre cose, messe insieme, sono difficili. Io metto sul tavolo la mia esperienza, il mio modo d’essere”. Per quanto riguarda l’affluenza. secondo il sindaco “non c’è un rischio di affluenza più bassa – ha concluso – Anche perché credo che i milanesi siano consapevoli che il momento è critico, poi vedremo lunedì”.

Bernardo – Si è chiusa in piazza Duomo la campagna elettorale del centrodestra in vista delle prossime elezioni amministrative milanesi. Sul palco, oltre al candidato sindaco Luca Bernardo che ha concluso la serata con il suo appello al voto, i leader territoriali dei tre principali partiti: Fabrizio Cecchetti, coordinatore regionale della Lega, Daniela Santanché, numero uno di Fratelli d’Italia in Lombardia, e Massimiliano Salini, europarlamentare e commissario regionale di Forza Italia. Il grande tema però è l’inchiesta di Fanpage sulla “Lobby Nera”che ha coinvolto FdI e il suo dirigente Carlo Fidanza: “Sono indignato per i saluti romani e l’attacco al giornalista di Repubblica Paolo Berizzi. Queste cose non devono succedere. chi ha sbagliato si deve prendere le sue responsabilità“, ha commentato Bernardo. “Le responsabilità sono personali e le accerterà la magistratura. In ogni caso, io rappresento una coalizione di sei partiti in cui ci sono persone di altissimo livello, competenza, onestà e concretezza. Siamo una gran bella famiglia. Se qualcuno ha sbagliato, è stato manchevole o ha fatto un errore dovrà pagare, ma sono sempre responsabilità personali”, ha aggiunto.

Pavone – La candidata del Movimento 5 Stelle, Layla Pavone, ha invece posto l’attenzione sulle problematiche da risolvere a Milano: “Sostenibilità in generale, all’interno della quale ci sono problematiche come quella della viabilita e della mobilita. Altro problema le fasce più deboli e fragili che vivono nelle periferie penalizzate anche nell’assistenza alla salute. Altro tema Milano è che non è una smart city, sta al 74esimo posto nelle classifiche internazionali. Innovazione tecnologica e digitale sono temi che hanno necessità di diventare prioritari nel programma dell’amministrazione comunale”, ha detto Pavone.

NAPOLI

Manfredi – Speranze di vittoria al primo turno? Gaetano Manfredi, candidato sindaco del centrosinistra-M5s a Napoli, risponde: “Sono fiducioso, vedo l’entusiasmo dei cittadini, penso che siamo riusciti a risvegliare una partecipazione popolare di cui c’era bisogno. Napoli ha bisogno dei napoletani che non possono restare a casa, quindi mi auguro che vadano a tutti a votare. Sono emozionato perché vedo che i napoletani si riconoscono nel progetto che ho proposto, abbiamo la necessità di far ripartire l’orgoglio della città. Solo quello ci consentirà di tornare nel posto che ci compete di grande città dopo troppi anni di mortificazione“. “Finalmente – ha ribadito Manfredi – in città c’è un grande entusiasmo e una grande voglia di cambiamento. Napoli può ripartire da solo dall’energia dei napoletani. Oggi sono stato a Scampia, prima con Orlando, ora in piazza con Conte e c’è un clima molto positivo. Ora si tratta di lavorare e portare a casa progetti e investimenti per la città”.

Bassolino – “Mi rivolgo agli elettori di sinistra, io che sono un esponente doc della sinistra, ma anche di centro e di destra. Nel voto nazionale si scelgono i partiti, le comunali sono un’altra cosa: il sindaco deve saper rappresentare tutti e io ho già dimostrato di saperlo fare”. Così Antonio Bassolino nell’affollato comizio conclusivo in piazza del Gesù dove lo accompagnano sul palco due artisti, Nino D’Angelo e Nello Daniele, fratello di Pino, ha chiamato al voto l’elettorato di centrosinistra, forte della sua esperienza, ormai 20 anni fa, da primo cittadino. Bassolino incita i suoi: “Siamo partiti da soli, senza soldi e senza partiti, ci ritroviamo in questa bellissima piazza. È stato un cammino in salita con importanti risultati, ora bisogna compiere l’ultimo tratto”.

Maresca – Il candidato sindaco per il centrodestra, Catello Maresca, nell’ultimo giorno di campagna elettorale ha deciso di chiudere con un tour in alcuni dei quartieri più difficili di Napoli. Una ‘passeggiata’ che ha avuto inizio alla Torretta e che si chiude a Pianura e a Bagnoli. “C’è grande entusiasmo e per me è stata una bellissima campagna elettorale – ha detto Maresca – e continua a esserlo perché stiamo ancora continuando a girare per i quartieri per incontrare persone da cui riceviamo attestati di stima: per me è già una grandissima vittoria”.

BOLOGNA

Con i candidati in piazza e gli ultimi appelli al voto, si è conclusa senza particolari sussulti la campagna elettorale per le comunali di Bologna che lunedì daranno alla città un nuovo sindaco dopo il decennio di Virginio Merola. Il candidato di centrosinistra Matteo Lepore parla da sindaco ed è sicuro di spuntarla già al primo turno. “Avremo dieci anni di fronte di grandi soddisfazioni”, ha detto da piazza Maggiore, dove ha chiuso la campagna elettorale con Stefano Bonaccini ed Elly Schlein. “Mi auguro – ha detto – che il centrosinistra vinca in tutte le cinque grandi città, penso che il risultato sia a portata di mano: questo porrebbe le premesse per la vittoria del centrosinistra anche alle prossime politiche”. Fabio Battistini, il candidato civico sostenuto dai partiti di centrodestra, dopo una campagna elettorale di toni pacati e fair play, ha scelto l’ultimo giorno utile per mostrare i denti: “Lepore – ha detto – continua ad usare questa città per fare carriera politica, esattamente come Merola e come Cofferati prima di lui. Ora tira fuori il tema dei portici quando sono sporcati da decenni dai ragazzi e dai mezzi sfaccendati che lui coccola e mantiene. Io non mi fido di chi non parla chiaro, di chi non ha il coraggio di prendere una posizione davanti ai cittadini”.

TORINO

Viaggiano sui social, a Torino, gli appelli al voto dei candidati sindaci nell’ultimo giorno di campagna elettorale. “Cinque anni dopo…siamo ancora qui”, scrive sui cartelli Valentina Sganga (M5s-Verdi), in un video che è il remake di quello che nel 2016 portò fortuna a Chiara Appendino, la sindaca uscente al suo fianco. Sceglie il panorama del Monte dei Cappuccini, invece, Paolo Damilano (Torino Bellissima e centrodestra), che nel spiegare i motivi della sua candidatura strappa la foto dei torinesi in coda al Monte dei Pegni di qualche mese fa. Più istituzionale il video di Stefano Lo Russo, candidato del centrosinistra, che ha riservato la fantasia per la festa di chiusura della campagna: una camminata con al suo fianco Valentino Castellani e Sergio Chiamparino, “quelli che insieme a Piero Fassino – dice – più hanno fatto la storia di Torino”.

Articolo Precedente

Elezioni Benevento, Mastella contro tutti e tutti contro Mastella: le 10 liste di Clemente, il massone in sonno del Pd (spaccato), il M5s che non c’è e la destra dimezzata

next