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Whirlpool Napoli, procedura di licenziamento sospesa fino al 15 ottobre per poter valutare 5 progetti di reindustrializzazione

L'idea è quello di creare un consorzio che trasformi la fabbrica in un hub con 87 milioni di investimenti in produzione e assemblaggio di sedili, un impianto pilota per l’industrializzazione di fuel cell per la mobilità, sviluppo di progetti per l’evoluzione tecnologica delle Pmi della filiera della mobilità, servizi di ingegneria per la mobilità, testing di materiali specificamente per l’automotive e per il ferroviario
Whirlpool Napoli, procedura di licenziamento sospesa fino al 15 ottobre per poter valutare 5 progetti di reindustrializzazione
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La procedura di licenziamento aperta da Whirlpool per lo stabilimento di Napoli, in scadenza il 29 settembre, è stata sospesa fino al 15 ottobre. Durante l’incontro al ministero dello Sviluppo Economico è infatti emerso un progetto di reindustrializzazione che coinvolge 5 aziende e la proroga servirà a valutare le proposte presentata da Invitalia durante il faccia a faccia con i sindacati, l’azienda e le istituzioni. L’azienda, attraverso l’ad Luigi La Morgia, ha spiegato di aver accettato l’estensione “a fronte di un fitto calendario di incontri” previsto nei prossimi giorni per “definire la transizione delle persone e il trasferimento degli asset in caso di un progetto di reindustrializzazione”.

Il piano degli interventi – stando a quanto spiegato durante l’incontro – prevede investimenti complessivi per 87 milioni di euro. Sarebbero coinvolte due grandi imprese del settore automotive-ferrotramviario che si occupano rispettivamente di produzione e assemblaggio di sedili (20 milioni di euro, in 6 mesi) e di costruzione di un impianto pilota per l’industrializzazione di fuel cell per al mobilità (15 milioni, 4 mesi), una piccola e media impresa di filiera interessata allo sviluppo di progetti di innovazione per l’evoluzione tecnologica delle Pmi della filiera della mobilità (30 milioni, in 12 mesi), una media impresa dell’automotive che vorrebbe realizzare un hub di eccellenza per lo sviluppo di sistemi innovativi e per l’erogazione di servizi di ingegneria avanzata per la mobilità (15 milioni, in 6 mesi) e una terza grande impresa dell’automotive che sfrutterebbe l’area per realizzare un centro di eccellenza per il testing dei materiali (7 milioni, in 6 mesi).

“Lo sforzo del governo è trovare una prospettiva seria – ha detto il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti – di riconversione industriale. Val la pena approfondire questo progetto. Ringrazio l’azienda e i sindacati per la disponibilità ad esaminare il percorso presentato oggi”. Giorgetti aveva infatti chiesto all’azienda, nel corso della riunione, di favorire la possibilità di approfondire il dossier che ha sottolineato essere “complesso e ambizioso”. Le imprese, aveva aggiunto, sono “persone serie” e “da parte di tutti è doveroso verificare che il progetto possa camminare sulle proprie gambe”. La viceministra Alessandra Todde ha invece rimarcato come “abbiamo lavorato su un consorzio che si incentrasse sulla mobilità sostenibile che riesca a gestire il riassorbimento della forza lavoro”.

Prudenti i sindacati. Rosario Rappa, segretario generale Fiom-Cgil Napoli, ha dato disponibilità al confronto “senza pregiudiziali” ma “prima di sciogliere qualunque riserva faremo una valutazione finale quando avremo chiaro chi sono i soggetti industriali coinvolti, il piano, la tempistica, gli occupati e le condizioni normative ed economiche”. Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore elettrodomestici, e Antonello Accurso, segretario della Uilm Campania, hanno invece chiesto “preliminarmente di conoscere il nome degli imprenditori coinvolti” perché è “essenziale” che “si tratti di imprenditori veri, di industriali, che abbiano credibilità, capitali e conoscenza” del settore: “Poi naturalmente dovremo approfondire i modi e i tempi di avvio del progetto, nonché le modalità di assunzione di tutti i lavoratori”.

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