di Gian Luca Atzori

Quando un re indiano chiese ai suoi sudditi di intrattenerlo, promettendo di esaudire in cambio qualsiasi desiderio, un bramino di nome Sissa gli presentò la sua invenzione, la scacchiera. Sissa chiese in cambio “solo” un chicco di riso per la prima casella, due per la seconda, quattro per la terza e così via. Il re rise per tanta pochezza, ma solo fino a quando non capì la somma richiesta: miliardi di tonnellate, equivalenti alla produzione di tremila anni.

La leggenda di Sissa utilizza gli scacchi per spiegare la complessità della realtà e descrivere l’impatto esponenziale che l’essere umano sta creando sul pianeta e del quale non ci rendiamo conto, così come il re indiano. Per questo la scacchiera, in sole 64 caselle, esprime un universo di possibilità e chi ne padroneggia la consapevolezza ne diventa campione. Soprattutto, nell’incontro tra sapienza e natura, diventa metafora perfetta dello spirito che anima il primo Bosa Chess International Open, che si terrà in Sardegna dal 2 al 10 ottobre 2021.

L’evento, infatti, organizzato dalle associazioni Pantagliate Scacchi e Insula in collaborazione con il Comune di Bosa, ha già ricevuto il supporto della Federazione Scacchistica Italiana, La Chess International Federation e il Coni, e mira a promuovere in tutto il mondo il territorio della Planargia, la natura incontaminata e le bellezze da tutelare di uno dei borghi medievali sul mare più belli d’italia.

“Sono già arrivate iscrizioni da 11 paesi e, tra queste, 6 partecipanti hanno un punteggio ELO superiore ai 2000, alcuni superiori ai 2500 punti” – commentano gli organizzatori. Ciò significa che il torneo porterà in Sardegna grandi campioni della disciplina, se consideriamo che il campione mondiale Magnus Carlsen ha un ELO di 2882. I diversi partecipanti da Italia, Algeria, Angola, Armenia, Francia, India, Norvegia, Serbia, Sri Lanka e Tunisia si contenderanno montepremi e prestigio, ma non solo: “Per alcuni gli scacchi diventano anche uno dei pochi modi per riuscire a lasciare la propria terra e scoprire il resto del globo.”

Il Bosa Chess International Open è pensato anche per questo, trasformando un torneo sportivo in un’occasione di tutela del patrimonio, destagionalizzazione del turismo e scoperta a 360 gradi, tra esperienze culturali, archeologiche, naturalistiche, alimentari, vitivinicole e tramite la partecipazione di artisti di fama internazionale come Mariano Chelo, le cui opere sono esposte dal Kuwait agli Stati Uniti.

Un’occasione per ribadire un modello di benessere sostenibile contro un’evoluzione storica che ha visto il Centro Sardegna come incubatore di uno sviluppo padre di forti crisi occupazionali e demografiche.

Dopo decenni, mentre il gioco di Sissa torna finalmente popolare ovunque e si pensa persino di ammetterlo alle Olimpiadi, il mondo degli scacchi internazionali riesce a penetrare anche nelle realtà più piccole del paese, grazie soprattutto alla tenacia di numerose organizzazioni e la formazione di giovani grandi talenti. E’ infatti sardo anche il primo campione italiano dell’Europeo giovanile 2018, Francesco Sonis, 19 anni, già Maestro nazionale a 12 anni e oggi nella top 100 della classifica mondiale. Sonis parteciperà al torneo e il mese scorso è diventato Grande maestro internazionale, il primo sardo della storia e il ventesimo italiano ad aver mai conseguito questo titolo, secondo solo al titolo di Campione del Mondo.

Articolo Precedente

Pro e no vax combattono, ma non capiscono che c’è qualcosa che li unisce

next
Articolo Successivo

Senza mascherina ci sentiamo ‘nudi’. Per superare il disagio serve un varco

next