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Ultimo aggiornamento: 17:17 del 25 Agosto 2021

Durigon, il gelo di Giorgetti sul sottosegretario leghista: “Se si hanno responsabilità di governo, bisogna stare molto attenti quando si parla…” – AUDIO

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“DURIGON FUORI DAL GOVERNO!” – FIRMA LA NOSTRA PETIZIONE SU CHANGE.ORG

“Un membro del Governo si dimette o perché lo chiede il presidente del Consiglio che lo ha nominato, o perché lo chiede il suo partito, o perché glielo suggerisce la sua coscienza”. Dopo le parole di Matteo Salvini (che non ha escluso l’ipotesi di dimissioni) anche il ministro dello Sviluppo economico ed esponente leghista di primo piano Giancarlo Giorgetti interviene sul ‘caso Durigon’ a margine del suo intervento al Meeting Cl di Rimini. Giorgetti segue la stessa strada del leader del Carroccio e, pur non chiedendo esplicitamente il passo indietro, si mostra piuttosto gelido e ben lontano dal difendere o sminuire l’uscita del sottosegretario all’Economia, sotto accusa per aver chiesto durante un comizio di reintitolare il parco di Latina, ora dedicato ai giudici antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, al fratello del duce Arnaldo Mussolini. “Quando si hanno responsabilità di governo, occorre stare sempre attenti quando si parla…” dice Giorgetti. Insomma, il messaggio è chiaro. Anche perché la posizione critica del ministro era già trapelata nei giorni scorsi, sebbene in assenza di dichiarazioni pubbliche. Ieri, sempre dalla kermesse riminese, Salvini aveva pubblicamente scaricato il suo fedelissimo: “Ragioneremo insieme su cosa è più utile fare per lui, la Lega e il Governo” aveva detto ai cronisti. A chiedere che Durigon venga messo alla porta ci sono il Pd, Leu e il Movimento 5 stelle, che presenteranno una mozione di censura rivolta al presidente Mario Draghi per rimuovere il sottosegretario dal suo incarico di governo. Ma anche gli oltre 160mila cittadini che hanno firmato la petizione lanciata su Change.org da Il Fatto Quotidiano “Durigon fuori dal governo!” (FIRMA QUI). Continua invece a non fare dichiarazioni pubbliche il premier Draghi.

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