Mancano poche ore allo sgombero del “centro sociale” (da tempo inattivo) Auro di via Santa Maria del Rosario a Catania. La relativa ordinanza è stata firmata una settimana fa dal sindaco Salvo Pogliese, sospeso dopo una condanna tempo addietro e poi reintegrato.

Occupato nel 1991, il Centro Sociale fu intitolato alla memoria di Auro Bruni, un giovane eritreo bruciato vivo a Roma dai fascisti in quei mesi. Per parecchi anni è stato uno dei centri, con la parrocchia dei santi Pietro e Paolo e la redazione dei Siciliani, delle iniziative civili e sociali della città.

I locali, di proprietà comunale, facevano originariamente parte del monastero Sant’Agata, ma per diversi anni ospitarono, a condizioni di favore, i giornali di Mario Ciancio. Quando questi si trasferirono in via Da Pordenone, i locali vennero praticamente rilevati da un folto gruppo di giovani cittadini, le cui meritevoli attività l’amministrazione comunale riconobbe affidando la gestione all’associazione culturale de essi costituita, la “Lorenzo Aiello”.

Per diversi anni, centinaia di cittadine e cittadini, associazioni, collettivi, movimenti si sono presi cura di quel luogo, con beneficio dell’intera città. Poi l’impegno decadde a poco a poco, anche per i problemi posti dalla piccola e grande malavita del quartiere.

Domani, gli incaricati del comune mureranno le porte di quello che fu uno dei cuori pulsanti della Catania civile di fine Novecento. Ma fuori respira già la generazione del Duemila.

L’immagine in evidenza è tratta dalla pagina Facebook Cso Auro 2

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