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Corruzione elettorale, il deputato regionale di Italia Viva Luca Sammartino citato in giudizio

Il processo scaturisce dall’inchiesta Report nei confronti di 35 indagati a vario titolo legati al boss dei Laudani Orazio Scuto. La posizione di Sammartino, e destinatario nel dicembre 2020 di un avviso di conclusione delle indagini, era stata stralciata dal troncone principale del processo
Corruzione elettorale, il deputato regionale di Italia Viva Luca Sammartino citato in giudizio
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Il deputato regionale di Italia Viva Luca Sammartino è stato citato in giudizio dalla procura di Catania e dovrà affrontare un nuovo processo per corruzione elettorale. Non gli è stata contestata l’aggravante mafiosa. La data fissata, come riporta il quotidiano La Sicilia di Catania, è quella del 7 gennaio 2022 davanti alla IV sezione penale del tribunale in composizione monocratica.

Baci, abbracci, strette di mano e una chiacchierata in disparte prima di andare via tra l’esponente di Italia Viva, che sta passando alla Lega, già deputato e poi rieletto all’Ars con il record di 32mila preferenze, e il boss del clan Laudani Girolamo Lucio Brancato, scarcerato da qualche anno dopo pesanti condanne per mafia ed estorsione. Il tutto a pochi giorni dalle regionali 2017 in Sicili era stato osservato, intercettato e registrato dagli investigatori. Il racconto di quell’incontro era contenuto negli atti dell’inchiesta antimafia Report della procura di Catania sui clan attivi nella provincia etnea.

Sammartino a conclusione delle indagini e senza passare dal gup è imputato in veste di candidato alle elezioni regionali del 2017 perché avrebbe offerto a Calogero Lucio Brancato, presunto esponente del clan Laudani, anch’egli citato in giudizio alcune utilità in cambio del proprio voto e di quello dei suoi familiari. Per i magistrati il patto tra i due prevedeva il sostegno elettorale di Brancato e della sua famiglia in cambio di due utilità: l’assunzione per tre mesi del nipote del boss nella società dei rifiuti Mo.Se.Ma e la rimozione di una vecchia cabina telefonica. Un rudere che l’uomo considerava troppo ingombrante perché posizionato proprio a ridosso del futuro ingresso di un bar che, all’epoca dei fatti, aveva intenzione di aprire.

I termini dell’accordo, secondo i magistrati Tiziana Laudani e Marco Bisogni, erano stati definiti a pochi giorni dalla chiamata alle urne. Era il 28 ottobre 2017 quando secondo le accuse Sammartino si è recato nella pizzeria gestita dalla moglie di Brancato: “Entra e mi ha baciato, ha baciato a tutti – racconta l’indomani mentre è intercettato – gli ha dato la mano a tutti. Poi mi fa ‘mi accompagni?’, minchia mi sono alzato e l’ho accompagnato”. Rimasti da soli scatta la richiesta dopo le rassicurazioni sui voti: “Mi ha risposto: non ti preoccupare è fatta, come se già fosse fatto”.

Il processo scaturisce dall’inchiesta Report nei confronti di 35 indagati a vario titolo legati al boss dei Laudani Orazio Scuto. La posizione di Sammartino, e destinatario nel dicembre 2020 di un avviso di conclusione delle indagini, era stata stralciata dal troncone principale del processo. Il 2 dicembre 2021 comincerà a carico di Sammartino e di altri 6 fra consiglieri ed assessori comunali del catanese un processo per corruzione elettorale in occasione delle politiche del 2018 e delle regionali del 2017.

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