La coppa nei giardini del Quirinale, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ringrazia gli Azzurri uno a uno perché “avete meritato al di là dei rigori” dimostrando di saper superare “tutti gli handicap” incontrati durante i 120 minuti della finale contro l’Inghilterra, dal gol subito a freddo al tifo dei 65mila di Wembley. In questo modo è stato “ricambiato l’affetto degli italiani” e reso “onore allo sport”, ha detto il capo dello Stato sottolineando come il risultato sia stato grazie anche alla qualità del gioco. La Nazionale di Roberto Mancini, rientrata all’alba da Londra, è stata ricevuta al Colle insieme a Matteo Berrettini, finalista a Wimbledon domenica pomeriggio, per la cerimonia istituzionale dopo la vittoria degli Europei. Quindi l’incontro con il presidente del Consiglio, Mario Draghi, a Palazzo Chigi prima della parata sul bus scoperto che è stata al centro di un acceso dibattito tra le forze dell’ordine e la stessa Nazionale. “Ci avete messo al centro dell’Europa”, ha detto il premier rivolgendosi anche agli atleti under 23 che hanno vinto medaglie negli Europei di categoria di atletica leggera. “I vostri successi sono stati straordinari”, ha aggiunto Draghi. “Oggi lo sport segna in maniera indelebile la storia delle nazioni. Oggi siete voi a essere entrati nella storia, con i vostri sprint, i vostri servizi, i vostri gol e le vostre parate”, ha aggiunto interrompendosi per sottolineare rivolgendosi a Gigio Donnarumma: “E che parate…”.

Quello della Nazionale resta un successo di gruppo, come ha sottolineato Mattarella, frutto di un “legame comune” che “vi ha unito in questo lungo percorso”. Nel suo saluto il presidente della Repubblica si è soffermato sui meriti del commissario tecnico, di Donnarumma, eletto miglior calciatore dell’Europeo, di Gianluca Vialli perché “ha espresso in tv i sentimenti e l’emotività che tutti noi sentivamo” e ha quindi mandato un messaggio scherzoso a Leonardo Spinazzola, colpito da un infortunio dei quarti ma rimasto accanto al gruppo per la finale, perché “con le stampelle è riuscito a precedere tutti alla premiazione”. Quindi ha condiviso il pensiero (“Avremmo voluto fosse con noi”) rivolto dal capitano Giorgio Chiellini a Davide Astori, il difensore della Fiorentina deceduto il 4 marzo 2018. Il difensore, durante il suo intervento, ha sottolineato come si tratti del “successo di un gruppo” che “anche nei momenti di difficoltà non si è mai perso d’animo, sostenendosi a vicenda e anteponendo all’interesse del singolo il bene del collettivo”.

Gli Azzurri sono arrivati al Quirinale a bordo del pullman che si è mosso dall’hotel Parco dei Principi, quartiere generale della Nazionale a Roma, attraversando le vie del centro storico di Roma, accompagnati da due ali di folla lungo i marciapiedi. Le stesse scene si sono ripetute nel percorso dal Colle a Palazzo Chigi, dove Draghi ha atteso Chiellini e compagni all’ingresso per celebrare la vittoria, ottenuta “con lo spirito di squadra, forgiato dal commissario tecnico, Roberto Mancini. Con i vostri sforzi e i vostri sacrifici – e penso tra l’altro alle lacrime di Leonardo Spinazzola”. L’Italia di Mancini – a differenza di quanto trapelato in un primo momento – ha poi ricevuto anche un tributo pubblico organizzato nella Capitale: una parata sul bus scoperto, dopo le due cerimonie istituzionali, nonostante il Covid. Gli assembramenti in ogni caso si erano comunque verificati nel tragitto verso Quirinale e piazza Colonna. “Abbiamo vinto la trattativa, lo dovevamo ai tifosi se siamo arrivati fin qui lo dobbiamo anche al loro sostegno”, ha spiegato ai cronisti Leonardo Bonucci confermando come ci fossero perplessità legate a motivi di ordine pubblico e rischio sanitario. Il vice-capitano era stato immortalato fuori dal Quirinale mentre discuteva animatamente con i dirigenti della Questura di Roma. Ed è stato poi lui stesso a spiegare qual era l’argomento del dibattito.

Troppa la voglia di festeggiare la vittoria di un gruppo che non partiva tra i favoriti dell’Europeo. Mentre tutti pronosticavano una coppa in mano a Lloris, Busquets o magari lo stesso Kane, ad alzarla verso il cielo di Londra è stato Chiellini. A spingere la corsa azzurra verso la vittoria ci sono stati i miracoli di Donnarumma, la sicurezza dei centrali Chiellini (che stanotte ha dormito con la coppa come fece Fabio Cannavaro dopo il trionfo ai Mondiali del 2006) e Bonucci, le geometrie del professore del centrocampo Jorginho, al quale si può perdonare anche l’errore dal dischetto in finale, la fantasia di Insigne e l’esplosività di Federico Chiesa che proprio in questo torneo ha trovato la sua consacrazione definitiva a livello internazionale. E anche la presenza doppiamente fondamentale di Spinazzola: treno inarrestabile sulla fascia sinistra fino ai quarti di finale, stimolo in più per i suoi compagni dopo la rottura al tendine d’achille che ne ha frenato la corsa europea, ma solo sul campo di gioco. Adesso gli onori e il bagno di folla, per tutti.

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