La contestazione della procura di Milano era arrivata poco più di due anni fa. Oggi il giudice per le indagini preliminari di Milano ha archiviato un’accusa di finanziamento illecito per 31mila euro che era contestata all’ex europarlamentare di Forza Italia, Lara Comi, e all’industriale bresciano titolare della Omr holding e presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti. Comi, si legge in una nota dell’avvocato Gian Piero Biancolella “ha appreso con soddisfazione che l’accusa di aver ricevuto finanziamenti illeciti disposti dal presidente Bonometti è stata archiviata”.
L’accusa di finanziamento illecito riguardava due consulenze pagate 31mila euro dall’industriale bresciano a Comi e che, secondo l’iniziale ipotesi della Procura contenuta anche nell’ordinanza di arresto del novembre 2019 a carico dell’ex eurodeputata, sarebbero servite per finanziare l’esponente azzurra quando era candidata alle Europee. L’accusa, che ora è caduta definitivamente e sempre contestata dalle difese, riteneva che quelle consulenze fossero “frutto di un collage di articoli” già comparsi online. Gli stessi pm, però, nella maxi inchiesta “mensa dei poveri”, non avevano chiuso le indagini per Comi e Bonometti su quel capitolo, ma avevano stralciato l’imputazione per l’archiviazione.
Comi resta imputata in udienza preliminare per corruzione e false fatture in relazione a un contratto di consulenza per 21mila euro, formalmente affidato dall’ente Afol all’avvocatessa Maria Teresa Bergamaschi, in cambio, per l’accusa, della “retrocessione”, con la regia del presunto “burattinaio” Nino Caianiello, di 10mila euro all’ex dg Afol Giuseppe Zingale (che era finito in carcere). E anche per alcuni episodi di presunta truffa al Parlamento europeo in relazione a contratti con persone nominate “assistenti” dell’allora eurodeputata, stipulati, secondo i pm, per incassare pagamenti dal Parlamento europeo per prestazioni rimaste solo sulla carta. La difesa ha chiesto al gup sentenza di non luogo a procedere. In particolare, la difesa ha sottolineato “le molteplici contraddizioni intrinseche che si rinvengono nelle dichiarazioni di chi l’ha accusata, contrastate anche da documenti e che documentalmente è stata anche provata l’insussistenza di tutti gli addebiti mossi”. Su tutte queste accuse la difesa di Comi ieri, davanti al gup Natalia Imarisio, ha chiesto il “non luogo a procedere”. L’udienza preliminare dovrebbe chiudersi il 21 ottobre.