Mentre si discute – e lo fanno Roma e Berlino – dell’opportunità di giocare le semifinali e la finale di Euro 2020, gli Europei di calcio, a Londra a causa della situazione epidemiologica, dalla Gran Bretagna arriva una ricerca che indica come la variante Delta (ex indiana ormai predominante) si è diffusa in Gran Bretagna soprattutto tramite i giovani non ancora vaccinati. L’analisi coordinata dall’Imperial College di Londra è pubblicata online sul sito MedRxiv accoglie le ricerche non ancora sottoposte all’esame della comunità scientifica.

Coordinata da Steven Riley, della Scuola di Sanità pubblica dell’Imperial College, la ricerca ha rilevato un aumento nella prevalenza dei casi di infezione da SarsCoV2 fra il 7 maggio e il 7 giugno 2021 del 50% rispetto al mese precedente. Su questa base, i ricercatori hanno stimato un tempo di raddoppio di 11 giorni con un indice di contagio Rt di 1,44. La variante ha dimostrato di essere maggiormente trasmissibile come era accaduto in passato per quella inglese ora chiamata Alpha. Un incremento di contagi che ha costretto il premier Boris Johnson a rinviare di quattro settimane, ovvero al 21 luglio, il Freedom day ovvero il giorno in cui dovrebbero essere eliminate le ultime restrizioni per arginare la pandemia.

“Questo periodo di rapido aumento dei casi coincide con quello in cui la variante Delta è diventata dominante in Inghilterra” e “osserviamo che la crescita è stata trainata dai gruppi di età più giovani, con tassi di positività rilevati nei tamponi cinque volte più alti nei bambini da 5 a 12 anni e nei giovani adulti da 18 a 24 anni rispetto alle persone di 65 anni e più”. Il tasso è risultato due volte e mezzo maggiore rispetto a chi ha fra 50 e 60 anni. Sono dati, osservano i ricercatori, che suggeriscono come la recente estensione del programma di vaccinazione ai giovani di oltre 18 anni in Gran Bretagna “dovrebbe aiutare a ridurre sostanzialmente la diffusione dell’epidemia”.

Ieri nel Regno Unito sono stati registrati 10.633 nuovi contagi e 5 decessi per il Covid. Prosegue intanto il programma di vaccinazioni. Secondo gli ultimi dati, sono state somministrate 74.577.678 dosi di vaccino. Sono 43.127.763 le prime dosi e 31.449.915 le seconde.

Lo studio

Articolo Precedente

Spillover: con la pandemia si è riacceso l’interesse verso le zoonosi

next
Articolo Successivo

Variante Delta, tre le versioni più diffuse. Quella plus già rilevata in tre stati dell’India, negli Usa e in Gran Bretagna

next