La Commissione europea ha aperto una nuova indagine formale antitrust su Google. Valutazioni che hanno portato alla decisione odierna erano in corso dal 2019. Questa volta per capire se il colosso del web abbia violato le norme dell’Ue in materia di concorrenza favorendo i propri servizi di inserzione pubblicitaria online nella cosiddetta filiera “ad tech”, a scapito dei fornitori di servizi di tecnologia pubblicitaria concorrenti, inserzionisti ed editori online. La piattaforma Google raccoglie circa la metà della pubblicità on line a livello globale. L’indagine consentirà in particolare di esaminare se Google abbia distorto la concorrenza limitando l’accesso di terzi ai dati degli utenti per scopi pubblicitari su siti web e applicazioni, riservando questi dati al proprio uso. La mossa di Bruxelles segue un simile contenzioso avvenuto in Francia, chiusosi con una multa di 220 milioni di euro a carico della società (su un fatturato globale di oltre 180 miliardi di dollari, ossia 151 mld di euro, ndr)

“I servizi pubblicitari online sono al centro del modo in cui Google e gli editori monetizzano i servizi offerti sul web“, ha affermato Margrethe Vestager, commissaria Ue alla concorrenza. “Google è presente a quasi tutti i livelli della filiera per la pubblicità online”, ha aggiunto. “Ci preoccupa che possa aver reso più difficile per i concorrenti competere in questo ambito”. L’Unione europea ha recentemente rivisto la sua normativa in materia di antitrust, rafforzando i poteri di indagine e incrementando le possibili sanzioni che ora, in teoria, possono arrivare fino al 10% del fatturato globale. Nel caso di Google si tratterebbe di potenziali sanzioni da 15 miliardi di euro.

“Migliaia di aziende europee utilizzano i nostri prodotti pubblicitari per raggiungere nuovi clienti e per finanziare i propri siti internet. Scelgono i nostri prodotti perché sono competitivi ed efficaci. Continueremo a confrontarci in modo costruttivo con la Commissione Europea per rispondere alle richieste di chiarimento e dimostrare i benefici che i nostri prodotti portano alle aziende e ai consumatori europei”, questa la replica di Google dopo l’annuncio dell’apertura dell’indagine.

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