Dare un sguardo al computer o allo smartphone per scoprire quali aree della città sono collegate da piste ciclabili, se ci sono ciclofficine nel proprio quartiere, dove trovare le aree verdi e servizi di bike sharing più vicini, ma anche i punti vendita di prodotti sfusi o usati, i mercati contadini e gli orti urbani. E ancora, cercare fontanelle ed erogatori di acqua potabile e orientarsi tra parchi, giardini e negozi di artigianato. Per aiutare i cittadini a ridurre il proprio impatto ambientale, da oggi sono online le ‘Ecomappe che Greenpeace ha messo a punto per la Giornata mondiale dell’Ambiente: delle mappe interattive per vivere le nostre città in modo sostenibile.

Un progetto che ha l’obiettivo di mostrare il ruolo strategico dei centri urbani, come sottolineato nel rapporto ‘Greening the Cities’, nel quale Greenpeace Europa sottolinea che la disponibilità di spazi verdi urbani nelle grandi città del mondo è aumentata del 4% negli ultimi 15 anni e, allo stesso tempo, è aumentata del 7% anche la loro accessibilità. Sfortunatamente, però, solo una manciata di città ha soddisfatto pienamente lo standard dell’Organizzazione mondiale della Sanità, che stabilisce un minimo di 9 metri quadrati di spazi verdi per abitante (il valore ideale è di 50 metri quadrati pro capite).

LE NOVE CITTÀ PILOTA – Nove le città pilota italiane che hanno già una propria mappa: Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna, Palermo, Firenze, Lucca e Pisa. Sono quelle dove volontarie e volontari di Greenpeace hanno censito e verificato la presenza di ‘servizi green’. Si tratta del primo progetto di questo tipo in Italia a raccogliere un così ampio numero di soluzioni e alternative ecosostenibili in unico strumento online, che sarà via via esteso anche ad altre città italiane. Un video spiega il funzionamento delle Ecomappe, che saranno costantemente aggiornate.

IL RUOLO STRATEGICO DEI CENTRI URBANI – L’obiettivo è quello di promuovere una nuova visione dei centri urbani italiani, più verde e a misura di persona. “Oggi 4,2 miliardi di persone, cioè circa il 55% della popolazione mondiale, vive nelle città, centri nevralgici di molte attività economiche, ma anche responsabili del 70% delle emissioni globali di gas serra”, ricorda Martina Borghi, portavoce del progetto Ecomappa di Greenpeace Italia, secondo cui, però, “i lockdown imposti dalla pandemia di Covid-19 ci hanno portato a riconoscere la necessità di ripensare le nostre città, renderle più verdi e sostenibili”. Da qui l’idea di raccogliere le soluzioni già esistenti per una vita più sostenibile nei centri urbani. “Speriamo che questo progetto cresca nel tempo, con la partecipazione di tutte e tutti, ispirando la nascita di nuove abitudini ed esperienze verso città sempre più vivibili”, aggiunge Borghi, ricordando il ruolo strategico dei centri urbani, come emerso nell’ultimo rapporto di Greenpeace sui benefici delle aree verdi in città.

Articolo Precedente

Aree protette in Italia, la denuncia del Wwf: “Comandano la politica e gli interessi locali, indebolite le competenze statali sulla natura”

next
Articolo Successivo

Giornata dell’Ambiente, la sfida: dieci anni per ripristinare gli ecosistemi. Ma per riparare ai danni fatti serve triplicare gli investimenti

next