Nove giorni al fischio di inizio di Italia-Turchia. Ancora non si sa come entreranno all’Olimpico i 20mila spettatori, tutti vaccinati, guariti dal Covid o tamponati, che potranno assistere al match inaugurale di Euro 2021. Quel che è certo è che non sarà con la app Mitiga. Troppi ostacoli da superare. A maggior ragione dopo che come raccontato da ilfattoquotidiano.it il Garante della Privacy ha scritto a FederCalcio e Lega per avere informazioni sul trattamento dei dati dei tifosi presenti alla finale di Coppa Italia lo scorso 19 maggio. “Il Garante si è mosso per atto dovuto rispetto a delle segnalazioni strumentali che sono state fatte contro di noi”, spiega Fabio Traini, uno dei due fondatori dell’applicazione. “Siamo convinti che questa istruttoria si concluderà in nulla di fatto: siamo perfettamente in regola e non abbiamo ricevuto alcuna sanzione. Ma comunque il problema a questo punto non si pone perché tanto Mitiga non farà gli Europei”.

I titolari di Mitiga si tirano fuori. L’avevano già fatto nelle scorse settimane, visto che come aggiunge Traini è dalla metà di maggio che si sono interrotti i colloqui con la Federcalcio in vista degli Europei. “Mancava un accordo complessivo, il problema non era la privacy”, assicura, spiegando che la sua azienda si è appoggiata a uno studio specializzato e già ad inizio aprile aveva inviato tutta la documentazione necessaria al Garante, che non aveva posto obiezioni nel merito. Poi, dopo la finale di Coppa Italia, ha chiesto ulteriori informazioni sul flusso dei dati. Il loro trattamento resta materia delicatissima. Ne sono consapevoli anche gli sviluppatori di Mitiga, che infatti hanno provato a ridurre al minimo il loro utilizzo. “L’unico dato che utilizziamo è quello della negatività al tampone, e ha una durata di sole 48 ore. Non carichiamo i referti, è la farmacia o il laboratorio a segnalare lo svolgimento del test, e neppure i certificati vaccinali, solo autodichiarazioni del completamento del ciclo”. Anche gli iniziali difetti, come la presenza di un consenso informato unico al trattamento dei dati per finalità di sicurezza e commerciali, sono stati corretti in corsa, separando i due ambiti.

Mitiga, che aveva allacciato i primi contatti con le istituzioni del pallone a inizio gennaio, ha provato a fornire una soluzione alla riapertura dei grandi eventi e degli stadi in particolare. “A noi non interessa la profilazione degli utenti, vogliamo solo mettere a disposizione la nostra idea”, conclude Traini. “A questo punto guardiamo ad altri ambiti e altri tipi di eventi, già per i mesi estivi”. Senza Mitiga (o altre App), resta però il problema sempre più urgente per gli Europei: come regolare l’ingresso di quasi 20mila tifosi all’Olimpico? La Figc aspetta che il Garante della privacy concluda la sua istruttoria e di ricevere indicazioni chiare dalle istituzioni competenti. Sul tavolo resta l’opzione della registrazione su un sito o del vecchio certificato cartaceo. Sperando di evitare code ai tornelli ed avere controlli davvero efficaci. Al calcio d’inizio manca sempre meno.

Twitter: @lVendemiale

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