Ultimamente, durante una ricerca per un romanzo che sto scrivendo, mi sono imbattuto in diversi testi che raccontano il Bronx da diverse prospettive: Ghetto brother, di Julian Voloj e Claudia Ahlering (prefazione di Lorenzo Cherubini; Add Editore), è un’epopea del Bronx in forma di graphic novel. Racconta degli anni quando il borough newyorkese era piagato da vandalismo, incendi e devastato da un abbandono lacerante da parte delle istituzioni. Racconta la storia di Benjamin “Yellow Benjy” Melendez e dei Ghetto Brothers, della migrazione da Porto Rico e della nascita dell’hip hop.

La narrazione prende il via nell’inverno del 1971, quando la guerra tra le gang di strada porta Benjy Melendez, fondatore dei Ghetto Brothers, a organizzare un raduno a Hoe Avenue e, davanti ai capi di più di quaranta gang, legge un accordo di pace che stravolgerà per sempre le dinamiche di quella frontiera metropolitana, portando nelle strade del Bronx nuova musica, nuovo ritmo, nuove rivendicazioni. È una redenzione generale.

I guerrieri della notte, di Sol Yurick (Fanucci), trasposizione letteraria dell’Anabasi di Senofonte, si prende spunto dal raduno di Hoe Avenue (che qui diventa Riverside Park, oggi trasformata in una distesa verde percorsa da dog-sitter cool e podisti con le scarpe firmate): nel Bronx la polizia tenta di far cadere in un’imboscata i capi di tutte le gang cittadine e i “guerrieri” di Coney Island si ritrovano soli in territorio nemico: comincia così la loro disperata corsa verso il loro quartiere, inseguiti dalla brutalità senza limiti dei loro nemici e dalla violenza perpetrata dagli stessi nei confronti di barboni, prostitute e cittadini incontrati lungo la strada.

Già ne I Wanderers, di Richard Price (Giano), le rivalità tra le bande di strada sono al centro della narrazione di questo realistico romanzo ambientato negli anni Sessanta. Il diciassettenne Richie Gennaro, Gran Capo dei Wanderers, se la deve vedere con gli afroamericani Del-Bombers e Pips che si sono alleati con la gang cinese dei Wong. Richie chiede aiuto agli italiani Pharaohs e agli irlandesi Rays, e cerca di coinvolgere nello scontro i ragazzi di Lester Avenue, ex galeotti e scagnozzi della mafia.

Sempre Richard Price, in Clockers (Neri Pozza), ambienta diverse scene in un Bronx di disagio e macerie, così come Tom Wolfe ne Il falò delle vanità (Mondadori) dove il ricco protagonista, apparentemente al riparo dai pericoli e dalle violenze della metropoli multirazziale, investe con l’auto un giovane nero nel Bronx e i mass media trasformano in un attimo l’uomo di successo nella vittima designata di un’intera città. Anche in Questo bacio vado al mondo intero di Collum McCann (Rizzoli), troviamo il Bronx. Quello dell’estate del 1974, tra Watergate e Vietnam, nel quale si muove un monaco di strada che porta la sua missione fra le prostitute del borough.

Originale l’approccio de La signora va nel Bronx, di Marianella Sclavi (Mondadori) e Il mio viaggio a New York. I luoghi più insoliti e nascosti della città più visitata del mondo, di Piero Armenti (Newton Compton Editori). Il primo è un reportage di un’insegnante italiana di Arte che passa tre mesi tra le macerie e l’abbandono per testimoniare, con un approccio etnografico, le speranze, i progetti positivi e la quotidianità degli abitanti della zona. Nel secondo l’autore cerca di cogliere l’essenza della metropoli, verificando l’aspetto caleidoscopico dell’insieme umano e culturale.

Infine i due libri di Gianfranco Cordara, Forse non tutti sanno che a New York… e Misteri, segreti e storie insolite di New York (entrambi pubblicati da Newton Compton Editori) dove si alternano e si susseguono curiosità, storie inedite, misteri su New York (e sul Bronx), ritraendo una metropoli insolita e segreta e dove i personaggi della letteratura e del cinema sfilano accanto alle persone reali.

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