Anche quest’anno gli autori indipendenti avranno una vetrina privilegiata per evidenziare i loro lavori: il primo maggio ha preso il via la seconda edizione di Amazon Storyteller, il premio letterario riservato agli autori autopubblicati. Ovviamente solo per chi utilizza la piattaforma Kdp-Kindle Direct Publishing della società di Seattle, però vincere con la numero uno è una bella soddisfazione.

Quest’anno la giuria di esperti è composta da Salvino Muscarello, vincitore dell’edizione 2020 con il libro La Corrente Invisibile, Alessia Rastelli, giornalista del Corriere della Sera, io, Amabile Giusti, autrice, e Mariangela Marseglia, VP e Country Manager di Amazon Italia e Amazon Spagna. Per evitare malintesi, chiarisco che per questa partecipazione non percepirò nulla, perché a me fa piacere leggere quello che gli autori propongono per avere una visione più ampia e capire se, in questi anni, c’è stato un miglioramento nei testi dei self-publisher.

Il vincitore, che sarà annunciato a novembre 2021, riceverà una ricompensa in denaro di cinquemila euro, avrà la possibilità di essere pubblicato con Audible e potrà beneficiare di una campagna marketing per promuovere il proprio libro su Amazon.it., mentre agli altri finalisti sarà riservato un e-reader Kindle Oasis. Gli autori hanno tempo fino al 31 agosto per presentare le loro opere, le modalità di partecipazione sono ben spiegate sul sito, per questo preferisco concentrare la mia attenzione sui risultati ottenuti dai finalisti della prima edizione.

Iniziamo con Salvino Muscarello, il vincitore con La corrente invisibile, che racconta di essersi emozionato per essere stato scelto tra i 5 finalisti su oltre 2000 partecipanti che comprendevano anche self-publisher esperti, mentre lui era quasi un neofita; indubbiamente, la vittoria ha dato una spinta alle vendite, ma soprattutto ha aiutato a ridurre la diffidenza nei confronti degli autori autopubblicati. Muscarello ha scelto di lasciare il libro su Amazon, mentre quando sarà pronto il nuovo romanzo potrebbe decidere di rivolgersi a un editore tradizionale.

Gabriele Marchingiglio aveva letto del Premio in Gran Bretagna e sperava che arrivasse anche in Italia. Quando ha ricevuto da Kdp la comunicazione dell’edizione italiana non ha esitato. Dopo la felicità per essere entrato nella rosa dei finalisti, c’è stata la delusione per la mancata vittoria, però ha ammesso di non aver fatto un editing serio a Le sorelle delle case popolari e quindi ha consegnato un lavoro con molti errori. Purtroppo non ha avuto grandi risultati sulle vendite, ma ammette di aver fatto un po’ di pasticci con le promozioni e di aver dato troppo spazio ai social.

Decisamente soddisfatto è Marco Lugli. Autore indipendente dal 2015, il risultato molto positivo ha coinvolto tutta la sua produzione letteraria presente su Amazon, non solo La madre, il romanzo iscritto al premio. Le case editrici non lo hanno contattato, ma lui rinuncerebbe all’indipendenza solo per un editore molto blasonato.

Infine, Andrea Rhon che ha partecipato con Archetypes: Le immagini del male ed è il più critico nei confronti dell’iniziativa. Alla grande gioia per essere stato selezionato tra i finalisti è seguita la delusione per non aver avuto riscontri positivi sulle vendite; inoltre, ritiene che, a causa della pandemia, il Premio sia stato gestito male da Amazon, iniziando dalla diretta streaming per l’annuncio dei vincitori fino alla promozione. Per questo ha scelto di lasciare Amazon e accettare la proposta di Gmp Edizioni.

L’esperienza di questi autori, raccontata in modo più ampio su Leggereonline.com, conferma quello che sostengo da anni: la strada del self-publishing è molto difficile e richiede impegno e costanza in ogni passaggio, dalla stesura del testo con relativa scelta e realizzazione della copertina alla promozione.

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