Chi il vaccino lo ha sviluppato e lo commercializza ricorda che il protocollo prevede la seconda dose a 21 giorni, ma dall’Agenzia europea del farmaco arriva una precisazione ovvero che il composto a Rna messaggero creato da Biontech-Pfizer che la somministrazione della seconda dose a 42 giorni era prevista nei test clinici. “Queste informazioni sono nel bugiardino del vaccino. Quindi non è una deviazione rispetto alla raccomandazione” superare i 21 giorni estendendo a cinque settimane-40 giorni. Se si superassero i 42 giorni, allora sarebbe una deviazione” spiega Marco Cavaleri, responsabile della strategia sui vaccini dell’Ema, nel corso di una conferenza stampa. L’allungamento del tempo di somministrazione tra prima e seconda dose è stato sperimentato sul campo dal governo britannico già da fine gennaio, quando sotto la pressione dei contagi e dei morti venne deciso di far slittare i tempi per proteggere più persone almeno con una dose. Una scelta che era stata pesantemente criticata ma che è risultata poi vincente guardando qual è oggi la situazione epidemiologica in Gran Bretagna.

Intanto a breve potrebbe cambiare la modalità di conservazione del vaccino Pfizer, per cui sono previste temperature polari, che una volta scongelato potrebbe essere tenuto in un normale frigo per un mese. da tempo le aziende stanno studiando come poter conservare il composto a temperature normali. “Stiamo lavorando a formulazioni più maneggevoli – ha affermato a Rainews 24 Valentina Marino, direttore medico di Pfizer Italia – abbiamo sottomesso ad Ema la possibilità di conservare il vaccino tra 2 e 8 gradi per un mese una volta uscito dal box di conservazione in cui è trasportato”. L’altro vaccino a Rna messaggero già autorizzato, quello di Moderna, si conserva tra 2 e 8 gradi (seconda dose a 28 giorni) e anche il prossimo con la stessa tecnologia, Curevac, prevede una conservazione a 5 gradi. Quest’ultimo potrebbe avere l’approvazione nel giro di poche settimane. “Stiamo monitorando molto da vicino i dati sulla variante indiana e ci sono evidenze promettenti sulla possibilità che i vaccini a mRna siano in grado di neutralizzarla – ha detto Cavaleri, nel corso di una conferenza stampa -. Siamo piuttosto fiduciosi che saranno efficaci” precisando che dovranno essere raccolte “ulteriori prove”.

Ancora al vaglio dell’Ema il vaccino russo Sputnik, finito nella bufera dopo lo stop arrivato dal Brasile. “Le ispezioni che riguardano le pratiche cliniche in Russia sono state completate di recente, gli ispettori europei si apprestano ora ad iniziare le indagini sulle pratiche di produzione” ha spiegato il responsabile degli studi clinici dell’Agenzia europea del farmaco (Ema), Fergus Sweeney, nel corso di una conferenza stampa. “I risultati di entrambe le indagini andranno a integrare la valutazione per la nostra decisione” sull’approvazione. “I dati continuano ad arrivare. Dovremmo arrivare presto ad una decisione” sui quattro vaccini in corso di valutazione, Curevac, Novavax, Sinovac, Sputnik” ha spiegato anche Cavaleri.

Infine una dichiarazione anche su Astrazeneca: “Non abbiamo indicazioni che la somministrazione della seconda dose di AstraZeneca possa accrescere il rischio di eventi rari avversi legati alle trombosi, per questo motivo riteniamo che la seconda dose del siero debba essere usata. Allo stesso tempo, sappiamo che ci sono Paesi che pensano di dare un altro vaccino come seconda dose. C’è un test clinico in corso nel Regno Unito che ci darà informazioni importanti se sia il caso di andare in questa direzione”.

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