I primi ad lanciare il sasso nello stagno erano stati gli scienziati slovacchi qualche settimana fa, dove l’acquisto del vaccino russo Sputnik V ha innescato persino una crisi di governo passata sotto silenzio. Ma è dopo la clamorosa bocciatura dell’ente regolatore brasiliano (Anvisa)46 pagine che concludono che non è possibile utilizzare il composto – che ai dubbi della comunità scientifica si devono accompagnare le domande e i quesiti sulla reale efficacia e sicurezza del vaccino che grazie al Fondo sovrano che lo commercializza ha già trovato parecchi partner commerciali in Europa e ha spinto più di un leader, tra cui Angela Merkel, a valutarne la somministrazione anche in assenza del via libera da parte dell’Agenzia europea del farmaco (Ema).

Il vaccino russo Sputnik V, presentato al mondo ormai nove mesi fa dal presidente Vladimir Putin, che però si è vaccinato solo alla fine dello scorso marzo, ha un suo account Twitter ufficiale che aggiorna in tempo reale sui successi del composto sviluppato con la tecnica del vettore virale (due in questo caso Ad5 e Ad26). Scorrendo la timeline si apprende che Sputnik è utilizzato in 64 paesi e sono state inviate dosi anche nella flagellata India. Non manca la risposta, anche in lingua portoghese, alle valutazioni dei ricercatori brasiliani e alla stampa sulla presunta campagna di disinformazione. Questo però non ha fermato almeno, fuori dall’Unione europea, la marcia del vaccino che continua a essere approvato (ieri in Turchia), distribuito e somministrato.

Sputnik è approdato in Europa e in qualche modo anche in Italia. La Campania, guidata daVincenzo De Luca, ha annunciato che previa autorizzazione di Ema, sarò acquistato un milione di dosi e l’Istituto Spallanzani di Roma ha firmato un memorandum operativo per più sperimentazioni. Ma stando a quanto ricostruito dal quotidiano La Verità nei giorni scorsi il presidente del Consiglio Mario Draghi in persona avrebbe contattato l’assessore di regione Lazio Alessio D’Amato per “suggerirgli” di sospendere la sperimentazione del vaccino.

Gli unici per adesso a esprimersi sono state le autorità di San Marino, dove lo Sputnik è stato somministrato. L’Istituto per la sicurezza sociale del Titano ha espresso “piena fiducia sulla sicurezza ed efficacia del vaccino russo Sputnik V” che vede ha portato “a un repentino calo dei contagi sul territorio a distanza di un mese dall’inizio della somministrazione avvenuta il primo marzo e nonostante già da metà febbraio fosse stata confermata una elevata presenza della cosiddetta ‘variante inglese‘ del virus in Repubblica. Attualmente, delle 19.773 persone vaccinate con la prima dose di vaccino, 17.564 hanno ricevuto lo Sputnik V”.

I problemi segnalati dall’autorità brasiliana non sono solo sui dati, la loro raccolta e l’utilizzo. Ma i lotti di vaccino esaminati sono risultati contenere adenovirus 5 in grado di replicarsi che invece deve solo essere la navicella – il vettore – che trasporta i componenti in grado di innescare la risposta immunitaria e quindi la produzione degli anticorpi. Ed è per questi possibili problemi di produzione che l’Ema ha inviato come in tutti gli altri casi ispettori che verifichino il rispetto degli standard di sicurezza europei. Trai primi a fare domande e sollevare dubbi sullo Sputnik è stato Enrico Bucci, biologo della Temple University di Philadelphia negli Usa, che in una intervista aveva spiegato le sue perplessità: “Al momento su Sputnik abbiamo due articoli su Lancet e tre correzioni. Generalmente una rivista scientifica mette a disposizione i dati e le conclusioni degli autori, ma in questo caso abbiamo avuto solo le conclusioni. È impossibile ricostruire i dati che le hanno generate perché non sono state messe a disposizione, nonostante reiterate richieste da tutto il mondo. I primi veri dati che abbiamo – precisava Bucci – sono quelli dell’Argentina. E il livello di anticorpi medio contro la proteina Spike è di 8 volte inferiore rispetto a quanto dichiarato dai russi. È uno studio ancora piccolo, ma i numeri non tornano, proprio come hanno sospettato studiosi di tutto il mondo. Il vaccino russo non è meglio degli altri vaccini, si comporta come tutti i suoi simili ad adenovirus. E ci sono discrepanze anche negli effetti collaterali, che sono molto più frequenti rispetto a quanto dichiarato dai russi”.

In questa partita solo all’apparenza scientifica e di salute pubblica si inserisce anche le recenti frizioni sull’asse Roma-Mosca dopo il caso l’ufficiale della Marina militare arrestato per aver consegnato presunti documenti classificati a un addetto all’ambasciata russa a Roma. Senza contare che Pasquale Terracciano, in scadenza di mandato, è stato l’unico diplomatico a vaccinarsi, a gennaio a titolo personale con lo Sputnik.

Tre giorni fa poi è arrivata anche la denuncia del Servizio di azione esterna Ue (Seae) in un report su disinformazione e Covid. “La Russia e la Cina continuano a promuovere in modo intenso i propri vaccini in tutto il mondo”, la loro “diplomazia del vaccino segue una logica di gioco a somma zero” con un’azione di “disinformazione e manipolazione per minare la fiducia nei vaccini prodotti in Occidente, nelle istituzioni dell’Ue e nelle strategie di vaccinazione dell’Europa occidentale. Sia la Russia che la Cina – scrive Bruxelles – utilizzano i media controllati dallo Stato e i social media, inclusi account diplomatici ufficiali, per raggiungere questi obiettivi”.

La campagna russa per promuovere il vaccino Sputnik V ha accelerato soprattutto tra dicembre 2020 e il primo trimestre di quest’anno e si è sviluppata con un’azione “globale del governo che include autorità statali, società statali e mass media statali in interventi quasi quotidiani”, spiega il Servizio d’azione esterna, sottolineando che “i funzionari russi non solo promuovono il vaccino Sputnik V, ma si impegnano anche in messaggi antagonisti, usando la disinformazione per accusare l’Occidente e l’Ue di sabotare il vaccino russo”. In questo contesto, si legge ancora nel rapporto, “i media pro-Cremlino, compreso l’account Twitter ufficiale di Sputnik V, hanno cercato di minare la fiducia del pubblico nell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) e di mettere in dubbio le sue procedure e l’imparzialità politica”. In una risposta di un tweet del 25 aprile, per esempio, si leggeva che il vaccino Pfizer ha una mortalità 32 volte superiore a quella di Sputnik.

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