L’etimologia della parola Terra si riconduce alla radice indoeuropea tars-, ovvero ‘secco’. Per cui Terra significa originariamente e letteralmente “materia asciutta” da contrapporsi alle acque che nella cosmogonia antica costituivano buona parte dell’universo.

Quando parliamo di Terra quindi in realtà indichiamo quello che con maggiore precisione gli antichi definivano come “globo terracqueo”, il Pianeta Terra formato di terra (secca) e di acqua. Sono i presupposti per potere generare la Vita, ma non sono ancora la Vita. È dalla loro fusione che nasce la Vita. La parola “Uomo” deriva dal vocabolo latino homo, strettamente legato al termine humus= “terra”, ma che, diversamente da “terra secca” indica “terra umida” , acquosa (da humor o umor), quindi coltivabile, quindi feconda. Solo quando la Terra secca si fonde con l’acqua e diventa umida, l’Humus può essere fertile e dare origine alla Vita, anche alla Vita dell’Uomo.

La terra secca, senza l’acqua che la rende feconda, non può generare e mantenere il terreno fertile e fecondo, per garantire la vita all’humus, e quindi all’Uomo. Da Humus deriva quindi la parola Uomo, ma anche Umiltà, Umanità, Umore e quindi felicità. La mia Terra, oggi martirizzata dall’inquinamento industriale fuori controllo, era definita infatti felix non perché noi campani e napoletani stessimo sempre a ridere e ballare tarantelle, ma perché la nostra Terra era la più feconda e fertile di Italia; per secoli e secoli “Campania felix (fertile)” è stata il principale granaio di Roma.

Nel Cantico delle Creature San Francesco loda il Signore per sorella acqua. Umile, utile, preziosa e casta, ecco come il Santo di Assisi definisce questa creatura. L’acqua, secondo Francesco, non fa differenze, non rivendica primati, è fortemente radicata alla terra, ne è parte costitutiva, risponde ai bisogni e alle necessità di tutti gli uomini, tutti, nessuno escluso, e per questo ha bisogno di essere amata, rispettata, fatta vivere, distribuita, rafforzandone il carattere popolare, l’umanità, la disponibilità. L’umiltà dell’acqua si concilia con la sua utilità, che s’identifica con la vita, i suoi bisogni, il suo esserne parte integrante.

Per Francesco l’acqua è preziosa, di una preziosità da conservare e proteggere, è come se volesse metterci in guardia dagli sprechi, da una condizione di asservimento e di subalternità, da qualsiasi forma di dominanza o di assolutismo. La preziosità è un dono e come tale Francesco lo canta, forse per dimostrare che la vita scorre in tutte le creature, sempre.

Per Papa Francesco “L’acqua è elemento essenziale per la vita e dalla nostra capacità di custodirlo e di condividerlo dipende il futuro dell’umanità. Incoraggio pertanto la comunità internazionale a vigilare affinché le acque del pianeta siano adeguatamente protette e nessuno sia escluso o discriminato nell’uso di questo bene, che è un bene comune per eccellenza”.

San Francesco definisce l’acqua anche casta, cioè non contaminata, tanti secoli prima che dovessimo scoprire come per l’avidità di denaro noi Uomini rendessimo la preziosa ed umile acqua, scelta da Dio per mondarci da tutti i nostri peccati nel Battesimo, addirittura pericolosa per la nostra vita e la nostra fecondità.

Da Terra dei Fuochi campana alle Terre inquinate dai pesticidi e dai prodotti chimici come i Pfoas nell’industriale nord Italia, che non vuole mai adeguati controlli preventivi.

E così, dopo avere ucciso Abele nei campi, oggi con tossici e pesticidi, Caino lasciò i campi e fondò una città, Enoch, dal nome del figlio. La storia della civiltà comincia dunque da un gesto efferato. Le città degli uomini sorsero proprio per contenere e lasciarsi alle spalle la violenza originaria e dare ordine, in armonia con la Terra, alle attività dell’Uomo. L’interpretazione dei miti delle origini non è mai univoca. Quel che ci consegnano oggi il Mito e la Storia è un nodo che tiene insieme la violenza, il potere, la civiltà, la tecnica, la discendenza e i suoi nomi, l’azione umana e le sue conseguenze, senza darcene la soluzione definitiva.

Il futuro è aperto. Sempre. Abbiamo avuto in dono da Dio il libero arbitrio. Anche se sappiamo che nella mente di Dio è già tutto scritto. Ma abbiamo bisogno di comprendere bene chi siamo e da dove veniamo, se vogliamo decidere bene dove dobbiamo andare. Diceva Totò, appena arrivato in piazza a Milano: “Signor vigile, ma per andare dove dobbiamo andare, per dove dobbiamo andare?”. La frase di Totò sembra perfetta per illustrare lo scopo di tanti eventi programmati per la giornata di oggi, per “riparare la Terra!”. E la risposta del vigile milanese “ma da dove venite, dalla val Brembana?” risuona profeticamente non comica ma tragica se facciamo finta di continuare a non volere capire quanto di umano ci sia anche nel disastro da Covid 19 che ha falcidiato in questo ultimo anno anche e soprattutto la val Brembana!

La Terra, come Pianeta, non se ne frega proprio niente di essere secca o troppo calda o troppo fredda e neanche troppo inquinata. E’ l’Uomo che con la propria superbia, con l’avidità del Dio denaro, con la eccezionale evasione fiscale del nord e del sud Italia, distrugge l’humus della terra umida, viola la castità di nostra sorella acqua e, come conseguenza di questo, non potrà più sopravvivere su questo Pianeta.

Scopriremo senza più speranza che non ne possiamo avere un altro a disposizione. Scopriremo che “i soldi non si mangiano”, né ti assicurano di poter restare fertile e procreare. Né potere essere felice. Ma sarà troppo tardi. Se amiamo veramente la Terra quindi, non possiamo non amare e formare innanzitutto l’Uomo, cui la Terra è stata affidata da Dio affinché la custodisse e la coltivasse (Genesi).

Riflettere e onorare questa giornata serve per salvare innanzitutto l’Uomo, non certo la Terra. Sappiamo che non abbiamo più tempo. La deadline dell’antropocene con (anche nostra) estinzione di massa è stimato tra il 2050 e il 2100, non oltre. L’orgia di eventi previsti per oggi sembra solo supportare la nostra superbia che pensa di vendere e comprare o fare comprare miliardi di euro di tecnologia. Ma questa potenza tecnologica affidata a computer, algoritmi e robots e non alla Mente ed al Cuore dell’Uomo serve per salvarci o per completare il nostro suicidio di massa?

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