Cinema

Bad luck banging or loony porn, tragicommedia bizzarra tra porno free online e la pandemia Covid – La clip in esclusiva

Il film romeno diretto da Radu Jude che ha vinto l’ultimo Orso d’Oro al Festival di Berlino con tre minuti di sesso in formato smartphone

di Davide Turrini

Un rapporto orale, un cunnilingus, un rapporto sessuale aka doggy style. Bad luck banging or loony porn, il film romeno diretto da Radu Jude che ha vinto l’ultimo Orso d’Oro al Festival di Berlino si apre così. Tre minuti di filmato amatoriale porno in formato smartphone, modalità gonzo movie (soggettiva di lui, quindi). Poi subito un pannello rosa shocking, musichetta alla francese, come a fungere da stacchetto per mettere da parte, e perbene a mente, l’arrembante, proibitissima scena di sesso vero (chissà che deciderà la “censura abolita” del ministro Franceschini nel caso Bad Luck… esca in sala).

Emi (Katia Pascariu), la ragazza protagonista dell’accoppiamento con il marito, di lavoro insegnante, inizia così un lungo cammino in elegante tailleur blu che attraversa Bucarest: campi lunghi prima in un mercato tra fruttivendoli, pescivendoli, e un fioraio; incroci di larghi viali, pensiline, traffico di auto e bus; masse di persone (tutte con mascherine antiCovid) che passeggiano in strada, attraversamenti pedonali, lavori in corso, tantissimi lavori in corso, rumorosi e invadenti all’orecchio e alla visione.

Una quarantina di minuti di camminata, con qualche strana e inattesa avance maschile verso Emi, che poi fa spazio ad un intermezzo satirico di un quarto d’ora (altro pannello rosa schocking) intitolato “breve dizionario di aneddoti, cartelli e meraviglie” dove sfilano ameni filmati tv o dal web su colonialismo, militarismo, religione, luoghi comuni sulle manie del quotidiano (i filmati sui bimbi e sul duo musicale elettropop sono esilaranti) commentati da sarcastiche didascalie. Infine nell’ultima mezz’ora, introdotta da un altro pannello rosa (il titolo in mezzo all’allegra musichetta francese è “sit-com”), come dal fischiettio fuori campo tratto da M il Mostro di Dusseldorf, Emi torna nella sua scuola dove tra pesanti apprezzamenti e insulti (catcalling scansati, per dire) diventa imputata di un processo per pubblica oscenità nel cortile della scuola davanti ad una larga eterogenea rappresentanza di genitori degli alunni. Il filmato ha fatto il giro della scuola e di mezza Bucarest. Dall’esito del processo improvvisato ne va il licenziamento o la conferma di Emi.

Bad luck banging or loony porn, per chi non l’avesse ancora capito, ha il tono radicale e bizzarro di una tragicommedia che fende la quotidianità culturale e di costume (il porno free online e la pandemia Covid) non tanto per dare dell’idiota alle masse conservatrici e perbeniste (per carità l’effetto è anche questo), bensì per proporre una propria briosa, divertente, sconsiderata dialettica tra ciò che si considera tollerabile o meno a livello di morale pubblica proprio oggi in piena rivoluzione digitale e, nel caso della società romena, costruitasi tumultuosa e opprimente dopo la caduta di Ceausescu.

Gioia e gaudio di fronte a Bad Luck… è che per riuscire in questo intento come dire, contenutistico, Jude imposti una regia forte, da un lato semplicemente descrittiva dall’altro altamente simbolica, minuziosamente articolata nei movimenti di macchina e infine nella ricomposizione generale del quadro dove agiscono in straordinario coordinamento immagine e sonoro (il commento in voce off davvero irridente nella terza parte è secondo Jude come “il continuo commentare sui social sotto ai post con emoticon e sentenze”). Per fare un esempio, la prima parte, quella “urbana” è un’osservazione perenne della folla in strada, con qualche impallamento dell’obiettivo, buffi disturbatori in secondo piano sullo sfondo, geniale conflittualità di classe tra possessori di automobili, ma soprattutto con la macchina da presa che improvvisamente, e lentamente, sembra come distrarsi, perdendo di vista Emi (che parla al telefono, che entra in farmacia, ecc..) tra i passanti, costruendo linee spigolose e inattese di visione verso i marchi del consumismo industriale e commerciale, verso scritte, pannelli, slogan pubblicitari che invadono letteralmente l’occhio e l’anima dello spettatore andando oltre la narrazione e incuneandosi in un autentico realismo critico del vissuto. “Il cinema è una forma del pensare – ha spiegato Jude, assistente di Costa Gavras in Amen e di Cristi Puiu ne La morte del signor Lazarescu – che può in qualche modo aiutarci a guardare il mondo con occhi diversi”. Da venerdì 16 aprile il film sarà visibile su MioCinema dove in collaborazione con il Trieste Film Festival si potranno vedere anche altri quattro lungometraggi del 44eenne regista romeno girati dal 2015 ad oggi.

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