A fine febbraio Razer ha lanciato sul mercato una nuova webcam, la Kiyo Pro, dotata che prevede l’insolito uso del sensore Sony IMX327, un sensore pensato per il mercato della videosorveglianza e non per quello delle videoconferenze o dello streaming. Da allora abbiamo messo alla prova la Kiyo Pro in varie ambientazioni per poterla valutare in maniera approfondita, da semplici videochiamate in casa con luminosità variabile all’utilizzo per le dirette giornaliere che vengono effettuate dalla redazione insieme al direttore Peter Gomez, confrontandone i risultati con alcune delle principali concorrenti in nostra dotazione.

Partendo dal design, la nuova webcam di Razer, si presenta con una forma insolita per una webcam che ricorda un po’ l’obiettivo di una fotocamera, con un corpo cilindrico dove sul frontale trova posto un’ampia copertura in Gorilla Glass 3 dietro al quale al centro si cela la lente del sopracitato ampio -per una webcam- sensore da 2,1MP di Sony. Nella parte posteriore troviamo in posizione centrale la porta USB-C per collegarla al pc e lungo il bordo delle aperture necessarie per il raffreddamento della camera, mentre nella parte inferiore trova posto l’attacco da 1/4″ che permette di collegarla o all’apposito supporto in dotazione ( che permette di agganciarla al di sopra del monitor e di sistemarne l’angolazione sia orizzontale che verticale) o di collegarla direttamente ad un treppiede o ad un gorillapod.

La Kiyo Pro prevede due modalità di funzionamento, permettendo di scegliere il framerate più adatto al contesto in cui la si usa: 30 fps con HDR, pensato principalmente per call e videoconferenze, o, rinunciando all’HDR, 60fps, per integrarsi al meglio all’interno della trasmissione in streaming di videogame ad alto framerate; in entrambi i casi si avrà un segnale FullHD non compresso. Al contempo è anche possibile regolare l’angolo di visuale della camera tra i 103°, ottenendo un’inquadratura molto ampia ma al contempo un effetto di distorsione dei bordi simile a quello di una lente fisheye, ed i 65°, perfetto per quei casi in cui si preferisce un’inquadratura stretta limitata a spalle e viso del soggetto inquadrato. Per gestire le varie impostazioni della Razer Kiyo Pro va installata sul PC la versione più recente di Synapse3, il software di gestione delle periferiche Razer, tramite cui sarà possibile regolare nei dettagli anche altri parametri dell’immagine come luminosità, contrasto e saturazione dei colori.

Durante la prova l’esperienza con la Kiyo Pro è stata generalmente positiva: “out of the box“, senza dover dunque smanettare con i settaggi, la webcam di Razer, a differenza delle concorrenti, si è comportata bene in quelle situazioni di scarsa luminosità, riuscendo a mantenere ben definiti i contorni di oggetti sullo sfondo anche quando l’unica sorgente di illuminazione era il monitor, riuscendo a ottenere un miglioramento, seppur minimo, attivando l’HDR, il tutto senza una quantità eccesiva di rumore; simili i risultati quando abbiamo provato ad illuminare l’ambiente con sole luci RGB. In condizioni di luce più normali la distanza tra la Kiyo Pro e le principali concorrenti diventa molto più sottile, vedendo in base all’inquadratura o alle sorgenti luminose attive al momento primeggiare l’una o le altre, ma in tutti i casi la qualità dell’immagine offerta dalla webcam di Razer è tra le migliori possibili con una webcam.

Per l’utilizzo nella postazione usata per le dirette quotidiane della redazione (la Kiyo Pro è stata usata durante le ultime due settimane), dove sono presenti delle luci molto forti da studio, abbiamo optato per cambiare tramite Synapse alcuni dei parametri della camera, riuscendo così ad ottenere una qualità superiore alla webcam che tradizionalmente viene utilizzata dalla postazione, nonostante quest’ultima utilizzi un sensore a 4k. Va detto che però purtroppo a causa della risoluzione a cui viene trasmessa su Facebook la diretta (720p, limite massimo della piattaforma), ed ad alcuni errori di encoding sul salvataggio delle stesse, i benefici non sono facilmente percepibili come invece lo sarebbero trasmettendo lo streaming su altre piattaforme.

Concludendo possiamo affermare che la Kiyo Pro è un’ottima opzione per chi è alla ricerca di una webcam di livello premium, sia per effettuare streaming, sia per le videoconferenze, nonostante un prezzo di lancio di 209€ non certamente contenuto, ma comunque in linea con quello delle poche concorrenti attualmente presenti sul mercato. Per andare oltre con la qualità allo stato attuale l’unico step possibile è l’utilizzo a tutti gli effetti di una fotocamera (reflex o mirrorless) o di una videocamera che, oltre al costo di partenza certamente superiore per la camera, nella maggior parte dei casi richiede anche l’investimento in una scheda di acquisizione.

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