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Anna Bettozzi, ecco chi è davvero la cantante-ereditiera accusata di essere a capo di un’associazione a delinquere legata alla Camorra

di Francesco Canino

Sognava di essere la nuova Madonna, cui si è sempre ispirata, ma la ribalta vera glie l’hanno data le pagine di cronaca giudiziaria invece che degli spettacoli. C’è anche Anna Bettozzi, la vedova del petroliere Sergio Di Cesare, tra le persone arrestate nel corso dell’operazione denominata “Petrolmafie Spa”, che ha portato all’esecuzione di una settantina di misure cautelari personali. L’operazione coordinata dalle Dda di Roma, Napoli, Catanzaro e Reggio Calabria ha provocato anche il sequestro di beni per un miliardo di euro, compresi gli impianti della società petrolifera Max Petroli – ora Made Petrol Italia Srl – della famiglia Bettozzi e secondo l’accusa, Anna sarebbe stata amministratrice di fatto anche della nuova società.

Ma chi è Anna Bettozzi? Ex immobiliarista e aspirante cantante, è stata spesso al centro delle cronache rosa romane per via della sua lunga storia d’amore con Sergio Di Cesare e per le sue epiche feste, spesso finite dei Cafonal di Dagospia. Fu invece la sua carriera di cantante con il nome d’arte Ana Bettz, a regalarle un po’ visibilità mediatica, tra le apparizioni al Maurizio Costanzo Show e a Quelli che il calcio, su Rai2, di cui ancora resta traccia su YouTube. Il grande successo, per la verità, non è mai arrivato ma per riuscire a sfondare nella musica provò a collaborare anche con importanti produttori, tra cui Kofi, che a lungo ha lavorato con Cher e Celine Dion, e ancora David Foster e nel 2020 annunciò persino l’uscita di un disco con Craig David. Il singolo, scrive Libero, avrebbe poi dovuto fare da colonna sonora allo spot pubblicitario per la Made Petrol, un video clip nel quale Gabriel Garko avrebbe dovuto interpretare il ruolo di 007.

Proprio in compagnia di Garko fu fotografata nel maggio del 2019 sul red carpet del Festival di Cannes. Ma l’incidente che la fece finire sui giornali avvenne al valico di Ventimiglia tra Italia e Francia dove fu fermata a bordo di una Rolls Royce guidata da un autista e gli furono sequestrati 300 mila euro in contanti, tenuti nascosti in un paio di stivali a coscia alta (un altro milione e 700 mila euro furono ritrovati in una cassetta di sicurezza all’Hotel Gallia, a Milano). E anche in questa circostanza che ha portato in carcere la Bettozzi – l’accusa è quella di essere a capo di un’associazione a delinquere che faceva anche affari con organizzazioni criminali di stampo camorristico – dalle intercettazioni è emerso il nome di Garko. L’attore non è indagato nell’inchiesta ma da un’intercettazione del febbraio 2019 emerge lo scontro con la Bettozzi a proposito del compenso da 250 mila euro per girare lo spot della società petrolifera. «Scusa noi abbiamo stabilito 250: 50 te li ho già dati e rimangono 200. Cento in nero e cento fatturato. Sul contratto va messo solo il fatturato (…) Adesso, la settimana prossima firmiamo il contratto e ti do una parte, alla fine dei lavori e basta», spiegava al telefono la Bettozzi. «Il cash prima del contratto», replicava l’attore che dunque sarebbe stato pagato in nero.

E pensare che appena pochi mesi fa la cantante ereditiera snocciolava a Novella2000 i suoi successi e le sue collaborazioni canore, arrivando a dire che il video di Ecstasy, un suo singolo, diretto da Luca Tommassini, «è stato premiato come miglior video della storia insieme a Michael Jackson e Cher, e venne trasmesso da MTV». Ma l’apice della sua carriera, raccontò con orgoglio, lo raggiunse battendo Madonna: «Femme, prodotto da Fargetta, conquistò le classifiche francesi, vincendo la competizione Orange e diventando così una suoneria scaricabile sui cellulari. In quella sfida ho battuto Madonna ed è stata una grande soddisfazione». E pensare che di un suo concerto al Teatro Sistina di Roma, scrive l’Ansa, si ricordano tutti solo di due cose: del largo uso di playback e del suo calendario sexy che regalò ai presenti. «Ho tenacia, sono del leone, lo stesso segno zodiacale di Madonna, alla quale mi paragonano».

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