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Moby Prince, primo sì alla nuova commissione d’inchiesta. Ecco su cosa indagherà: “Cause della collisione e responsabilità istituzionali”

TRENT'ANNI DALLA STRAGE - Via libera trasversale a Montecitorio sul testo base che riunisce le proposte di M5s, Pd e Lega
Moby Prince, primo sì alla nuova commissione d’inchiesta. Ecco su cosa indagherà: “Cause della collisione e responsabilità istituzionali”
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La commissione Trasporti della Camera dei Deputati ha approvato il testo unificato delle tre proposte istitutive per la nuova inchiesta parlamentare monocamerale sulla strage del Moby Prince, della quale sabato prossimo – 10 aprile – ricorrono i trent’anni. Come annunciato, le tre forze politiche proponenti – Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e Lega – hanno rispettato i tempi record di elaborazione promessi e votato oggi le regole dell’organismo parlamentare. Nata sull’onda dei risultati della precedente inchiesta parlamentare al Senato (conclusa nel 2018) che ha riscritto la storia della vicenda e portato Procura di Livorno e Dda di Firenze ad indagare nuovamente con l’ipotesi di reato della strage, la nuova commissione si pone ora l’obiettivo di “accertare con la massima precisione le cause della collisione del traghetto con la petroliera statale Agip Abruzzo” e soprattutto “le circostanze della morte di centoquaranta persone tra passeggeri e membri dell’equipaggio” con le relative responsabilità personali e istituzionali.

Nel dettaglio l’accordo politico tra le forze politiche ha preservato gli obiettivi specifici dell’inchiesta indicati nel testo a prima firma Francesco Berti (M5s). Tra questi: la ricerca e valutazione di “nuovi elementi” emersi negli ultimi tre anni dalla conclusione della precedente inchiesta parlamentare – tra i quali i fascicoli “fantasma” di cui ha raccontato ilfattoquotidiano.it e le risultanze ad oggi riservate dell’inchiesta curata da Procura di Livorno e Direzione antimafia di Firenze -, l’acquisizione di “tracciati radar e rilevazioni satellitari di qualsiasi provenienza” ad oggi negati dal comando militare Usa e da altri Paesi Nato, oltre alle “eventuali correlazioni tra l’incidente ed eventuali traffici illegali di armi, combustibili, scorie e rifiuti tossici avvenuti la notte del 10 aprile 1991 nella rada di Livorno” citati da un discusso documento del Sismi, declassificato nel 2017. Infine focus principale della Commissione sarà finalizzare le piste di ricostruzione seguite dall’ultima inchiesta parlamentare: l’accertamento delle responsabilità legate ai soccorsi che si concentrarono sulla sola petroliera e mai furono coordinato dalle autorità pubbliche verso il salvataggio delle 140 persone rimaste nel Moby Prince dopo l’avvio dell’incendio – decedute per intossicazione dopo ore di sopravvivenza – e infine l’approfondimento della pista assicurativa con l’acquisizione delle perizie mancanti.

Saranno venti i deputati incaricati di fornire risposta a queste domande in un anno e mezzo di lavori, figure nominate ufficialmente dal presidente della Camera Roberto Fico su proposta dei gruppi parlamentari e nel rispetto del loro peso numerico nell’aula di Montecitorio. Pertanto la delegazione più nutrita sarà quella del Movimento 5 Stelle che, fonti de ilfattoquotidiano.it, danno come richiedente la presidenza in dialettica sul punto col Partito Democratico. Di certo il presidente della Commissione, cui sono demandati i compiti principali di organizzazione dell’inchiesta su quella che da tre anni lo Stato Italiano ha iniziato a tratteggiare come la più grande strage della storia repubblicana, sarà un livornese: il cinque stelle Berti (M5s) o il deputato dem Andrea Romano. Per finanziare le attività di consulenza tecnica, che furono il pilastro della precedente inchiesta parlamentare, la Commissione avrà un budget di 50mila euro all’anno.

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