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Nuovo decreto Covid, la cabina di regia: niente zone gialle fino al 30 aprile, ritorno a scuola fino alla prima media anche in fascia rossa

Vertice di Draghi con i ministri durato poco meno di un'ora: verso la conferma dello schema attuale, con le Regioni che possono passare solo in area arancione e rossa. Dopo Pasqua ritorno in classe fino alla prima media, confermate le altre restrizioni
Nuovo decreto Covid, la cabina di regia: niente zone gialle fino al 30 aprile, ritorno a scuola fino alla prima media anche in fascia rossa
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Niente zone gialle: fino al 30 aprile saranno confermate le misure ad oggi in vigore che prevedono solo zone arancioni e rosse. È questo l’orientamento che emerge al termine della cabina di regia Covid sul nuovo decreto. Il vertice con il premier Mario Draghi è durato poco meno di un’ora: le misure decise dovrebbero durare fino a fine mese e l’unica novità prevista riguarda, dopo Pasqua, il ritorno in classe fino alla prima media anche in zona rossa. Per il resto è stata scelta la conferma di tutte le restrizioni.

Per tutto il mese di aprile resterà quindi in vigore lo schema attuale, che prevede la presenza di solo zone arancioni e rossi, mentre anche una Regione che ha parametri migliori non può passare in zona gialla. L’apertura di bar e ristoranti fino alle 18, prevista appunto nella fascia gialla, non è stata presa in considerazione neanche con un orario ridotto: i locali quindi resteranno chiusi – con solo asporto e consegna a domicilio consentiti – per almeno un altro mese. Le aree del Paese meno colpite dai contagi resteranno o passeranno in zona arancione, con tutti i divieti del caso e la riapertura solamente dei negozi.

L’unico “allentamento” riguarderà invece le zone rosse, dove attualmente tutte le scuole e asili sono chiuse. E’ stato ‘investito’ tutto sulla scuola il margine consentito dalla curva epidemiologica per le riaperture: per il resto, prevale fino a fine aprile la linea dura, con la conferma anche del blocco degli spostamenti tra Regioni. Dunque non riprendono l’attività neanche cinema, teatri o palestre. Per tutte le attività chiuse arriveranno – secondo quanto confermato nella riunione – nuovi rimborsi e sostegni, finanziati dalla richiesta di un nuovo scostamento di bilancio intorno al 10 aprile. La scadenza del decreto è stata fissata al 30 aprile anche perché in quella data scade lo stato d’emergenza. In un secondo momento si valuterà dunque la proroga dello stato d’emergenza e di conseguenza le nuove misure.

L’obiettivo sarebbe affrontare queste altre settimane di restrizioni per poi iniziare ad aprire gradualmente. Il governo però ha ribadito che il ritorno alle lezioni in presenza è la prima priorità, come ha sottolineato anche il presidente del Consiglio superiore di sanità, Franco Locatelli, intervistato da Il Fatto Quotidiano. Complice l’aumento delle vaccinazioni tra il personale scolastico, dopo Pasqua gli alunni più piccoli potranno tornare subito in classe in tutta Italia: resteranno in Dad, nelle zone rosse, gli studenti delle superiori e delle classi seconda e terza delle medie.

Attualmente invece nelle zone arancioni è prevista già la possibilità di tenere aperte le scuole, alle superiori con il 50 per cento degli studenti in presenza. Molti governatori però hanno scelto una via di maggiore prudenza, preferendo la didattica a distanza per tutti. Inoltre, il decreto attuale prevede che nelle aree provinciali dove l’incidenza supera i 250 casi ogni 100mila abitanti è possibile far scattare la chiusura di tutti gli istituti. Non è ancora certo se questa norma verrà confermata.

La cabina di regia convocata per stabilire l’orientamento del governo in vista del prossimo decreto è iniziata a Palazzo Chigi poco dopo le ore 12. Hanno partecipato i ministri Roberto Speranza, Daniele Franco, Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli, Dario Franceschini, Mariastella Gelmini, Elena Bonetti, Patrizio Bianchi, il sottosegretario Roberto Garofoli e i membri del Cts Silvio Brusaferro e Franco Locatelli.

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