Cultura

Lo Scaffale dei libri, la nostra rubrica settimanale: diamo i voti a Jim Carrey, Emanuele Trevi, Luciana Boccardi

di Davide Turrini e Ilaria Mauri

RICORDI E BUGIE - 3/3

“E Jim Carrey, noto per le cadute a corpo morto e l’allegro casino, si rannicchiò in una palla e si mise a piagnucolare”. Se volevate sapere qualcosa sulla vita di Jim Carrey non rivolgetevi a questa biografia. Ricordi e bugie (La Nave di Teseo) è il più anticonvenzionale, folle, e in alcuni punti perfino amabilmente indecifrabile, memoir di una star (decaduta?) di Hollywood declinato su un crinale psichedelico dell’angoscia provocata dall’improvvisa mancanza di successo professionale. Per mettersi davvero a nudo Carrey, aiutato da Dana Vachon, escogita un comico tourbillon narrativo in terza persona (con rottweiller e recinto elettrificato nella propria villa a Laurel Canyon) in cui si dispensa napalm sulla stampa scandalistica, si inventano personaggi dal nulla (Georgie Debusschere, attrice di serie Z, fidanzata agognata) e si sfottono i colleghi attori (Robert Downey Jr., Nicholas Cage, John Travolta, perfino Katie Holmes). Carrey ri-vive così alcune tappe/ostacolo della carriera (l’insuccesso di Colpo di fulmine – il mago della truffa con il conte tastato rapporto anale è un siparietto di dialogo tra lui e i suoi agenti clamoroso), rotolandosi dentro ad una vita di effetti e affetti speciali, imprigionato in una maschera dell’attore che pesa come un macigno (“uno schema Ponzi, di parole, di imprese, fingendosi straordinari”), mescolandosi imperfetto e sussultante dentro ad una finta pista narrativa tra alieni e apocalissi e perfino Charlie Kaufman che gli offre la parte di Mao. Impresa titanica: la traduzione di Tiziana Lo Porto. Consigliato comunque il supporto di Wikipedia. Voto (lisergico): 6 e 1/2.

RICORDI E BUGIE - 3/3
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