Di fronte al “nuovo peggioramento dell’emergenza sanitaria”, ognuno “deve fare la propria parte”. A partire dal governo, che ha il compito di “salvaguardare con ogni mezzo la vita degli italiani” senza lasciare “nulla di intentato”, prendendo scelte “meditate, ma rapide“. A più di due settimane dal suo ultimo intervento pubblico, Mario Draghi torna a parlare ai cittadini. E lo fa attraverso un videomessaggio inviato alla conferenza “Verso una Strategia nazionale sulla parità di genere” in occasione della Giornata internazionale della donna. Il premier parte dalla situazione della pandemia per chiarire le prossime mosse dell’esecutivo: il coronavirus “non è ancora sconfitto, ma si intravede, con l’accelerazione del piano dei vaccini, una via d’uscita non lontana”. È per questo che nei prossimi giorni “il piano vaccini” sarà “decisamente potenziato“. Come? Il governo ha intenzione di privilegiare “le persone più fragili e le categorie a rischio. Aspettare il proprio turno è un modo anche per tutelare la salute dei nostri concittadini più deboli“, ha chiarito.

Draghi è consapevole che il suo lavoro a Palazzo Chigi è “appena iniziato”. “Il nostro compito – e mi riferisco a tutti i livelli istituzionali – è quello di salvaguardare con ogni mezzo la vita degli italiani e permettere al più presto un ritorno alla normalità. Ogni vita conta. Non bisogna perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide”. Un discorso che si innesta nelle trattative, tutte interne alla maggioranza, per arrivare a nuova stretta delle misure visti i contagi in aumento e la forte pressione sugli ospedali. Non a caso il premier rinnova il suo appello all’unità del Paese, utilizzando toni analoghi a quelli pronunciati in Parlamento in occasione del voto di fiducia: “Questo non è il momento di dividerci o di riaffermare le nostre identità. Ma è il momento di dare una risposta alle tante persone che soffrono per la crisi economica, che rischiano di perdere il posto di lavoro, di combattere le disuguaglianze“. In un solo anno, infatti, “il numero degli italiani che vivono in una situazione di povertà assoluta è aumentato di oltre un milione, mentre si sono acuite altre disparità, prima fra tutte quella tra donne e uomini”.

A 365 giorni dal primo lockdown, inoltre, la situazione epidemiologica non sembra affatto cambiata. “Il 10 marzo di un anno fa l’Italia si chiudeva diventando per la prima volta una grande zona rossa. Un nostro concittadino su venti è stato contagiato secondo i dati ufficiali che, come è noto, sottostimano la diffusione del virus. Mai avremmo pensato che un anno dopo ci saremmo trovati a fronteggiare un’emergenza analoga“, continua Draghi, sottolineando che il conto delle vittime si è avvicinato “alla terribile soglia dei centomila morti“. Numeri drammatici che impongono il “dovere del nostro impegno” per rispettare “la memoria dei tanti cittadini che hanno perso la vita”. Da qui il ringraziamento a tutti i “cittadini per la loro disciplina, la loro infinita pazienza, soprattutto coloro che soffrono le conseguenze anche economiche della pandemia. Ringrazio gli studenti, le famiglie e gli insegnanti che sopportano il peso della chiusura delle scuole. Ringrazio gli operatori sanitari, le forze dell’ordine, le forze armate, la Protezione Civile e tanti altri lavoratori in prima linea per la loro incessante opera”. Tutti esempi di “responsabilità civica e professionale” che impongono al governo di “moltiplicare ogni sforzo”, conclude Draghi. Nel merito della sua azione, però, il premier non si sbilancia. “Non voglio promettere nulla che non sia veramente realizzabile. Il mio pensiero costante è diretto a rendere efficace ed efficiente l’azione dell’esecutivo nel tutelare la salute, sostenere chi è in difficoltà, favorire la ripresa economica, accelerare le riforme“.

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Draghi alla conferenza sulla parità di genere: “Un anno fa Italia in zona rossa, oggi emergenza analoga”. Il videomessaggio integrale

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