Non solo bloccare gli sfratti, ma anche prevedere politiche abitative in grado di garantire il diritto alla casa. Altrimenti “si rischiano tensioni sociali”. L’allarme arriva dall’Unione Inquilini e il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari (Sunia) che hanno manifestato, martedì pomeriggio, davanti Montecitorio. A far scattare la protesta sono stati gli emendamenti al decreto legge Milleproroghe contro la proroga degli sfratti.

Senza il nuovo stop, previsto in legge fino al prossimo 30 giugno, dal primo marzo molte famiglie si ritroverebbero senza una abitazione. “A Roma abbiamo avuto, nel 2020, 50mila famiglie che hanno chiesto il contributo affitto. Tra le sette e le ottomila famiglie normalmente ogni anno ricevono lo sfratto per il 90% dei casi motivato da morosità. Abbiamo una richiesta di alloggi pubblici per circa 13mila famiglie”, sono i numeri elencati da Massimo Pasquini, segretario nazionale Unione Inquilini. “I Comuni capoluogo e le aree metropolitane sono maggiormente colpite dall’emergenza abitativa, ma anche le medie e piccolo province hanno difficoltà”, specifica Stefano Chiappelli, segretario generale Sunia.

Ad aderire alla manifestazione dei sindacati anche Amedeo Chiaccheri, portavoce di Liberare Roma e il deputato di Liberi e Uguali, Stefano Fassina. “Dobbiamo avere più case popolari” ribadisce Fassina che è stato anche consigliere per il Comune di Roma. Tuttavia, ammette il deputato, il tema della casa potrebbe risultare “divisivo” per la nuova maggioranza di governo. “Dopodiché – precisa Fassina – ricordo a tutti che Movimento 5 Stelle, Partito Democratico e LeU hanno la maggioranza relativa sia alla Camera sia al Senato”. E chiosa: “Non possono passare provvedimenti che non condividiamo”.

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