di Giorgio Trizzino*

Il Movimento 5 Stelle attraversa un momento difficile, ma con molta onestà bisogna riconoscere che continua ad essere la novità più significativa sulla scena politica italiana degli ultimi dieci anni. Ha mosso i primi passi dieci anni fa, quando si avvertiva il bisogno impellente ed imperioso di dare una spallata formidabile ad un sistema politico cristallizzato e degenerato. C’è riuscito con l’impegno e il coraggio di un numero sempre più crescente di pionieri e di attivisti che poi sono diventati quasi 12 milioni di elettori nel 2018.

L’entusiasmo ha sempre caratterizzato le azioni dei suoi portavoce che sono rimasti fedeli alle loro convinzioni ed alla bontà della propria spinta originaria.
Oggi sembra che il Movimento stia subendo un arresto nella propria crescita e questo accade quando un qualsiasi organismo vitale sbaglia alimentazione. In realtà non è così perché il Movimento sta soltanto cambiando forma e si sta evolvendo e questo perché mutano le istanze interne e le condizioni esterne alle quali si deve costantemente adeguare.

Non è contraddittorio pensare che ciò che prima sembrava il vestito abituale del Movimento, come la lotta ai sistemi corrotti dell’economia e dell’intera società, o le rivolte nei confronti dell’establishment, o le iniziative di piazza ed i richiami di massa, si stia oggi trasformando ed attenuando nei toni. C’è una maturità inedita, che va innanzitutto riconosciuta e da questo momento rinforzata e assecondata. Ci sono difficoltà della crescita attuale per cui sembrerebbe che il Movimento stia pagando un prezzo molto alto, ma in realtà si tratta di una fase inevitabile di maturazione per certi versi benedetta. C’è il trascurabile dettaglio di essere divenuti, nel frattempo, forza di maggioranza e di governo, dunque un riferimento popolare indiscusso e fortemente rappresentativo. Il Movimento energico ed informe dei primi anni sta dando vita ad un nuovo soggetto, del quale mantiene perfettamente l’identità originaria, ma che giustamente vede cambiare la propria fisionomia, per acquisire un profilo più preciso, per sposare princìpi e ideali riconoscibili. Per diventare finalmente adulto.

Va bene, dunque, uno sguardo adulto all’Europa, ad un’economia che dobbiamo imparare a maneggiare con cura, con un occhio alla vita reale del nostro Paese, alle sue istanze profonde, alle sue sofferenze. Va bene certamente contribuire, in questo momento difficile per la vita del Paese, alla costituzione di un nuovo governo, determinato negli intenti e vario nella sua composizione, con i cui rappresentanti dovremo collaborare, al di là di steccati e ideologie.

La stagione degli ostracismi è finita, sta per nascere lo spirito di un’autentica collaborazione in vista di una mutazione radicale verso un sistema più evoluto che guarda alla trasformazione dell’Italia in una prospettiva di green economy per i prossimi trent’anni.

D’accordo su un ruolo di leadership a Giuseppe Conte, che ha dimostrato con i fatti di essere il mantenimento autentico di una promessa di buon governo nel recente passato e di buona guida nel prossimo futuro. Va bene la voce del padre saggio Beppe Grillo che conosce i perché e i quando. Vanno bene Luigi ed Alessandro che rimangono le nostre coscienze vigili. Va bene ancora una rappresentanza di base assicurata dalla piattaforma Rousseau, a patto che si riconosca di essere nel frattempo cresciuti in quella rappresentanza parlamentare, a cui affidare distintamente le giuste deleghe.

È ai numerosi detrattori del Movimento che dedico queste considerazioni, in un momento apparentemente inopportuno dell’attualità politica. Ma è soprattutto ai disillusi della prima ora che voglio offrire anche il conforto della saggezza e del buon senso. Ad illuminare le tempeste c’è sempre un faro, arroccato su un frammento di terraferma.

*deputato del Movimento 5 stelle

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